Era da tempo che si vociferava che il Bologna non fosse più capace (o forse non lo era mai stato) di vincere tra le mura amiche. Ciò che quest’oggi pomeriggio è andato in scena al Dall’Ara è stato più o meno ciò che si era visto contro la Lazio: due gol di vantaggio ma, iniziata la ripresa, pareggio degli ospiti con entrambe le compagini che escono con un solo punto in tasca. Oggi stava andando così fino a quando un ragazzo di 24 anni non si è caricato Bologna e il Bologna sulle spalle, posizionando sul dischetto del rigore un pallone che andava sbattuto in rete. E così è stato. Quel ragazzo è Mattia Destro che, dopo l’errore sempre dal dischetto contro il Chievo, quest’oggi non ha avuto paura di niente e, al minuto 88 del secondo tempo, ha scacciato via i fantasmi che da un po’ lo perseguitavano, zittendo tutti i gufi e i mai goduti, facendo tremare visibilmente le fondamenta dello stadio felsineo. Ma andiamo con ordine…
Donadoni ripresenta la stessa formazione che una settimana fa aveva strapazzato il Sassuolo a Reggio Emilia, con l’unica differenza che torna Masina dopo la squalifica scontata lo scorso turno. Ed è subito il Bologna che parte forte e, dopo soli 7 minuti, coglie un palo sugli sviluppi di calcio d’angolo con Destro, con la sfera che miracolosamente torna tra le braccia di Viviano, fischiatissimo ex della partita. Ma al Bologna serve davvero poco per andare in vantaggio: Donsah si allarga sulla destra e, dopo aver saltato due uomini ed essere entrato in area, serve Mounier che con un tocco sotto la spedisce alle spalle di Viviano, permettendo al Bologna di andare in vantaggio. Passa una decina di minuti e i padroni di casa raddoppiano con Donsah, servito da un errato disimpegno di Ranocchia, con il giovane centrocampista che castiga Viviano da fuori area con un preciso destro. Il Bologna rischia addirittura di segnare il terzo gol in meno di mezzora con Destro che spedisce in porta un pallone, non prima di aver controllato la sfera con la mano. Fabbri vede tutto ed annulla la rete. A pochi minuti dal termine della prima frazione Oikonomou, apparso nel primo tempo insuperabile per gli attaccanti doriani, riesce a compiere una straordinaria chiusura su una buona azione di Muriel, meritandosi gli applausi di tutta la curva Bulgarelli. Primo tempo che qua si conclude, con il Bologna capace di fornire e sfornare un’ottima prestazione corale e di andare in vantaggio di due reti; al contrario la Samp è apparsa troppo macchinosa e lenta nel costruire gioco, con Muriel che non si è quasi mai reso pericoloso, salvo affacciarsi in area rossoblu al termine del primo tempo. Da segnalare la prestazione di Donsah, migliore in campo fino a questo momento, che sta davvero attraversando un ottimo periodo di forma. Il Bologna parte fortissimo anche all’inizio del secondo tempo, con il solito Donsah che sfonda a destra e serve Destro, con la punta che colpisce la sfera ma trova Viviano sulla sua strada. Ma la Samp è entrata in campo con un piglio diverso e, complice il cambio di modulo, si rende subito pericolosa, prima con Soriano anticipato da Masina, poi trova il gol che dimezza le distanze con Muriel, abile a saltare Gastaldello in area e a spedire il pallone alla destra di Mirante, fino a quel momento mai impegnato. Il Bologna inizia a vedere i fantasmi della partita contro la Lazio, e come se non bastasse si deve arrendere Donsah per un problema fisico, con Rizzo che subentra collocandosi al fianco di Diawara e Taider a centrocampo. Poco dopo esce l’autore del primo gol felsineo, Mounier, con Brighi che lo sostituisce e Rizzo che si alza e va ad occupare il posto lasciato libero dal francese nel tridente offensivo. La Sampdoria è completamente un’altra squadra rispetto al primo tempo, con Fernando che, lasciato spesso libero, ha tempo di alzare la testa e di far cominciare l’azione senza che il centrocampo e la difesa rossoblu possano opporsi. A 10 minuti dalla fine arriva il pareggio che puzza tremendamente di beffa: Dodò, neo acquisto doriano, scende sull’out di sinistra e trova Correa in area, con il tiro che prima viene parato da Mirante, ma la respinta permette a Correa di tentare nuovamente la fortuna e di insaccare il suo terzo gol nelle ultime tre partite. Per il Bologna sembra finita. Nessuno più ci crede. Qualche tifoso lascia il suo posto. Nel mentre ad un esagitato supporter blucerchiato, colpevole di un’esultanza polemica nei confronti della curva e della tribuna, piovono fischi su fischi. Ma questa è un’altra storia, come direbbe Lucarelli, e quest’uomo lo lasciamo un attimo da parte. Sono tutti rassegnati. Tranne qualcuno, e quel qualcuno è il neo entrato Sergio Floccari che, col fisico, si va a guadagnare u prezioso calcio d’angolo a pochi minuti dal termine. C’è in realtà un po’ di confusione, con nessun giocatore che si appresta a battere il corner e, alla fine, va Taider. Taider scodella il pallone della speranza in area; pallone sul quale va un goffo Alvarez che, toccando la sfera con la mano, commette un fallo che porterà, come raccontavo in precedenza, ad un rigore. Contestatissimo, per carità, ma pur sempre un rigore. E su quel rigore va Destro che insacca e si dirige di gran carriera verso la bandierina per la sua classica esultanza, proprio sotto lo spicchio di tribuna dove si trova quel simpatico tifoso che, a forza, viene scortato fuori dallo stadio dagli steward, proprio quando molti tifosi bolognesi stavano per fargli vedere che significa segnare -quasi- al 90esimo. Partita che, dopo emozioni, palpitazioni ed espressioni ingiuriose, può finalmente terminare, con l’arbitro Fabbri che fischia la fine.
Partita sofferta e, a tratti, fotocopia di quella contro la Lazio. Ma il “felici e contenti” questa volta c’è stato. Un applauso a tutti i ragazzi che hanno deciso di portare a casa i 3 punti anche quando sembrava tutto finito. Ma soprattutto un applauso corale ad una squadra che, al momento, è decima e si trova nella parte sinistra della classifica, un qualcosa di inimmaginabile fino ad un girone fa. E, rispetto ad un girone fa, il Bologna ha già ottenuto la bellezza di 7 punti in più, quasi un terzo di quelli ottenuti in tutto il girone d’andata. Tutto questo in sole tre partite. Chi vivrà vedrà, dicevano. E, se questo è soltanto l’inizio, signori allacciate le cinture e mettetevi comodi: stiamo per partire