Sorpresa Fortitudo, secondo k.o di fila per le “V-nere”.

Tutto secondo copione al 105 Stadium, anzi no. La Fortitudo, costretta al secondo esilio consecutivo in terra riminese, ospita nell’anticipo televisivo del sabato la corazzata Verona.
Primo tempo ad andamento regolare, niente sfuriate o sprazzi di talento, salvo una doppietta di Cortese da tre punti. Si ha l’impressione che se coach Crespi si degnasse di attingere risorse dalla sua infinita panchina l’inerzia cambierebbe senza troppi patemi, ma così non è: la Tezenis propone la stessa minestra per 6 minuti aiutando magnanimamente le scarne rotazioni bianco-blu a preservare energia e rimanere costantemente in linea di galleggiamento: gancio di qui, destro di la e prima frazione che si chiude sul 20 pari.
Il secondo quarto prosegue a ritmi ancora abbastanza anonimi: da un lato Rice monopolizza la sfera, dall’altro la “Effe”, guidata da Radic, risponde colpo su colpo. O quasi. Nel finale emerge la maggiore malizia dei veneti che rapinano qualche punticino utile per allungare: al giro di boa il referto scrive +3 ospiti (34-37).
Succede tutto nel terzo atto. Cortese riappare sul parquet e riprende il lavoro cominciato in precedenza: neanche il tempo di riprendere la trebisonda e subito due “bombe”, Rice lo imita poco più tardi, i compagni seguono la scia e la Fortitudo va in banana: +12 Scaligera e time-out felsineo (48-60). Gli uomini di coach Boniciolli, razziati a dovere, tornano in campo con altro spirito: prima stringono le maglie della difesa, poi le strozzano, aggiungiamo che i decibel dalle tribune si alzano esponenzialmente in corrispondenza del momento-clou della gara e l’insperata rimonta è servita: 57-60 al 30’.
La briglia bianco-blu è ormai sciolta, Verona irrimediabilmente in rottura prolungata. Morale: sorpasso seguito da punto esclamativo di Sorrentino coi piedi oltre l’arco (64-60). Crespi rovescia in campo i suoi uomini di fiducia: Cortese, che ha esaurito le cartucce, Da Ros che potrebbe dominare ogni azione ma non ne ha, Rice, imbavagliato da Raucci e la coppia di “sbarbi” in cabina di regia Saccaggi- Spanghero che, però, non sa bene come amministrare la faccenda.
La Fortitudo scappa e Flowers fa game-set and match dai 6,75. Verona può solo correggere lo score finale sul 76-69. Poi sono solo caroselli.

ETERNEDILE BOLOGNA-TEZENIS VERONA 77-69 (20-20, 34-37, 57-60) BOLOGNA: Quaglia, Radic 24; Candi, Zani, Iannilli 4, Campogrande, Sorrentino 11, Raucci 6, Carraretto 5, Flowers 21, Italiano 6. All. Boniciolli
VERONA: Bernardi, Saccaggi, Ricci 6, Petronio, Boscagin 6, Cortese 21, Michelori, Ba, Da Ros 5, Chikoko 7, Rice 17, Spanghero 7. All. Crespi

Tonfo rovinoso della Virtus, che cade in casa contro Capo d’Orlando. Notte fonda nel primo parziale per gli uomini di Valli che crollano sotto i colpi “a manovella” di Jasaitis e dell’ex (rimpianto, rimpiantissimo) Vlado Ilievski. La reazione bianconera tarda ad arrivare, anzi non arriva proprio, e alla prima sirena il divario fa già rumore: 12-20 ospiti. Monotonia offensiva totale per le “V-nere” che non possono fare altro che appoggiare la palla sotto le plance, confidando nell’isola sicura Pittman che, di riffa o di raffa, il ragno dal buco prima o poi tende a cavarlo. Affondati a – 12 (16-28), i Valli’s risalgono lentamente la china fino a -5, salvo poi essere ricacciati indietro con perdite. A metà corsa il tabellone segna 23-38 Capo d’Orlando. Alla ripresa delle operazioni la Virtus cambia canestro, ma non disco: palla a Pittman e pedalare. Capito il trucco, i lunghi siciliani non risparmiano randellate all’ex-Miami che però, finalmente coadiuvato dai compagni, riesce ugualmente a condurre un timido tentativo di rimonta. Si arriva anche a -8, prima che Capo si cauteli col +11 (54-43) su cui cessano le ostilità. Illusoria la rimonta guidata da Williams (oltre che, superfluo aggiungerlo, dal sopracitato Dexter): aggrappatasi al -4, la Virtus si sfalda nuovamente. Sul calar di match, emerge la tanta, eccessiva, esperienza siciliana: Nicevic conviene che per lui e per il “Baso” Basile (entrambi a quasi 40 candeline spente, 20 delle quali spente con addosso una casacca professionistica) si è già fatta una certa e chiude anzitempo la gita dell’Orlandina in terra emiliana. Titoli di coda fino al definitivo 64-76 e staff medico felsineo implicitamente sollecitato a rimettere in sesto il prima possibile capitan Ray.

OBIETTIVO LAVORO BOLOGNA- BETALAND CAPO D’ORLANDO 64-76 (12-20, 23-38, 54-43) BOLOGNA: Pittman 15, Vitali 10, Cuccarolo, Gaddy 12, Williams 14, Fontecchio 6, Mazzola 6, Oxilia, Odom 1, Ray ne, Fabiani ne, Graziani ne. All: Valli.
CAPO D’ORLANDO: Basile 2, Ilievski 8, Laquintana 11, Perl 12, Nicevic 15, Jasaitis 18, Metreveli 4, Oriakhi 4, Vujicevic 2, Munastra ne. All: G. Griccioli.

Nato a Bologna il 19 agosto 1997. Frequento il Liceo linguistico presso l’istituto “Leonardo Da Vinci” di Casalecchio di Reno. Qui, grazie a Sara Carboni e al prof. Andrea Marchi, mi sono avvicinato all’ambiente radiofonico, realizzando esperienze anche per il Centro Giovanile “Blogos” di Casalecchio. Nel 2014, ho collaborato con Radio Città Fujiko. Nel 2015, oltre ad aver partecipato alla rassegna “Politicamente Scorretto”, ho svolto un apprendistato presso Radio Città del Capo. Da piccolo volevo fare l’astronauta o, in alternativa, il pilota di Moto GP. E ora eccomi qua.

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