di Roberto Zeppa, educatore sociale e formatore
“Mi sono accorto che quando racconto delle mie avventure all’ippodromo sento il fuoco nelle vene, rivedo i volti dei personaggi protagonisti in questo teatro, il Lucky, il Lampadina, il Silvio, il Gesù e tanti altri, rivedo i colori, sento l’odore dell’erba e dei cavalli, l’odore del biglietto con la puntata, il gesso che sulla lavagna scolpisce le quote, la voce dello speaker che annuncia i cavalli al tondino…”
Così mi scriveva nel 2010 uno scommettitore di cavalli, descrivendo poi, nel prosieguo della lettera, come questo fuoco gli abbia bruciato la vita, portandogli via tutto, dai beni economici frutto del suo lavoro e delle attività sociali sino gli affetti più intimi. Oggi le possibilità di scommettere del denaro sui cavalli o su altri eventi sportivi nonché la frequentazione di altre tipologie di giochi (le lotterie istantanee, le macchinette da sala e da bar, giochi da casinò anche online), assumono caratteristiche e modalità molto diverse. Queste sono motivo dell’insorgere di comportamenti problematici in un certo numero di persone, per fortuna residuale rispetto alla totalità della popolazione del nostro paese.
I comportamenti a rischio e problematici in contesti di gioco dove le persone si avvicinano con la speranza di vincere del denaro scommettendone del proprio (questa è una caratteristica che ci dice che stiamo giocando d‘azzardo), sono la conseguenza dell’incapacità, che si riscontra arrivati ad un certo punto, di riuscire a decidere quanto tempo e quanto denaro destinare a questo tipo di attività.
Non è semplice spiegare come un comportamento che per molti è privo di rischi, possa per altri indirizzarsi verso modalità di gioco che si amplificano verso forme esclusive e totalizzanti. Arrivati ad una certa soglia, il rapporto con il gioco “per denaro” si trasforma in qualcosa di più che coinvolgente se non irrinunciabile.
Da un lato la storia personale e le esperienze più o meno difficili della vita possono aiutarci a spiegare questa rischiosa evoluzione. Non è infatti la bramosia di ricchezza la causa della perdita di controllo sul tempo e sulle quantità di denaro destinate al gioco. Sono gli stessi giocatori eccessivi a ricordarci che loro ormai non giocano più per vincere del denaro. Hanno invece presa sul gioco le fragilità individuali, le sofferenze irrisolte, le vulnerabilità che ci accompagnano. Così, il tempo passato nel gioco “costi quel che costi” è una pausa rispetto ad un vivere percepito come sfavorevole, un espediente per alleviare le sensazioni di ansia, tristezza, solitudine e noia. Inoltre il gioco per alcune sue caratteristiche intrinseche che tengono in azione le persone, è anche funzionale a chi ha bisogno di vivere forti emozioni (inseguimento del colpo grosso) o di sentire sensazioni intense rispetto ad un quotidiano che parrebbe privo di senso.
Dall’altro lato non possiamo, come liberi cittadini, non aver visto come oggi il gioco d’azzardo è altamente accessibile da tutti, ahimè anche ai minorenni malgrado la legge lo proibisca. Lo si incontra ovunque, in tutti i luoghi della quotidianità e, nelle situazioni abituali che viviamo, non ha bisogno di essere cercato (un caffè al bar, l’acquisto di una penna dal tabaccaio, la spesa al supermercato sono tutte situazioni di esposizione e di incontro).
Questa generalizzata ubiquità che lo caratterizza e di cui non possiamo non esserci accorti, ci permette di osservare che tutti quanti possono giocare poiché il gioco si presenta spesso con regole e con modalità molto semplici e comprensibili che non richiedono quindi particolari competenze: c’è un gioco per tutti, anziani e giovani, uomini e donne, per singoli o per gruppi in modo che tutti siano accontentati.
Inoltre gli effetti visivi e quelli sonori, le luci ed i colori oltre alle ambientazioni grafiche, costantemente potenziate nei giochi online, sono all’origine della forte attrazione che questi esercitano sulle persone in termini di divertimento, della possibilità di emozionare e di estraniare chi gioca in qualcosa che si presenta come un piacevole passatempo.
Non possiamo non accennare anche se brevemente a come le modalità per giocare d’azzardo si stiano spostando, con la proliferazione dei giochi tecnologici sull’online verso forme sempre più solitarie o in contesti di gruppo virtuali. È importante segnalare che nel 2022 per la prima volta nel nostro paese il gioco d’azzardo on-line ha superato per le cifre di denaro giocato quelle del gioco fisico (offline). L’accesso solitario che può avvenire in qualsiasi momento della giornata perché ormai “siamo sempre connessi” ed in qualsiasi luogo ci si trovi (sull’autobus piuttosto che in ufficio al lavoro) è senza dubbio un fattore di rischio rilevante nel percorso che porta da un iniziale uso ricreativo del gioco ad un progressivo scivolamento verso dinamiche con risvolti negativi sulle persone per la smarrimento dei confini spazio-temporali dedicati a questa attività.
In aggiunta, lo sviluppo di comportamenti ripetitivi e sempre uguali a se stessi con la perdita, nelle situazioni di gioco eccessivo, delle capacità di controllo sul tempo dedicato e sul denaro destinato alla sessione di gioco, è favorito da alcune caratteristiche strutturali con le quali sono stati programmati i vari giochi offerti dal mercato nell’online come nel gioco fisico. Tra queste possiamo ricordare le molteplici occasioni di giocare e di puntare; l’intervallo brevissimo tra la vincita e la riscossione del denaro vinto o, in caso contrario, l’immediata possibilità di rifarsi delle perdite; le frequenti piccole vincite di un ammontare di denaro inferiore se non uguale alla posta giocata ma che hanno lo scopo di farci perseverare nel gioco; l’alta frequenza delle quasi vincite che portano le persone a ritenere, erroneamente, di poter prevedere e controllare un evento che di per sé non può che essere aleatorio in quanto nel gioco d’azzardo l’esito finale, il vincere del denaro, dipende sempre principalmente o totalmente dal caso.
In conclusione, per favorire un pensiero critico su quanto stiamo osservando e sviluppare un approccio preventivo personale al gioco d’azzardo possiamo sostenere tutte quelle iniziative volte a ridurne la presenza nei nostri territori e a limitare il tempo di gioco oltreché le somme di denaro impegnate. Contemporaneamente non dobbiamo smettere di interrogarci sulle nostre modalità di approccio al gioco d’azzardo e sulle caratteristiche della relazione che instauriamo con l’oggetto del nostro interesse. Capire se il gioco d’azzardo lo usiamo come un divertimento e un passatempo o quanto la nostra relazione con esso stia sconfinando e diventando di abuso piuttosto che qualcosa di maniacale, invadendo tutto il nostro essere, favorisce lo sviluppo di una consapevolezza personale che può portare le persone a chiedere aiuto per ricondurre il gioco al divertimento iniziale che era.