Un invito a continuare a resistere

Ci sono dediche che ti lasciano un segno.

Quella nella foto qui sopra direi che è una di quelle. Prima di tutto perché arrivata al termine di un incontro davvero speciale ed in seconda battuta perché chi scrive è Giovanni Impastato.

Giovanni è il fratello di Peppino, giovane militante comunista ucciso nel 1978 a Cinisi dalla mafia. Abbiamo avuto l’onore di fare un live radiofonico in compagnia di Giovanni, Anna Puglisi e Giovanni Ruffino.

Di questo ringraziamo il Comune di Monte San Pietro che ha dedicato la biblioteca comunale a Peppino Impastato ed ha pensato di invitarci per fare un live radiofonico.

Il risultato del live potete ascoltarlo oggi alle 18 e venerdì in replica. Quello che faticheremo a spiegarvi è l’emozione di certi incontri, anche perché – soprattutto durante l’incontro con gli studenti – ci sono stati momenti toccanti. Parlare di radio pensando all’esempio di Peppino Impastato non è stato facile, soprattutto speriamo di essere andati “oltre i cento passi” parafrasando il titolo del libro di Giovanni.

Un grazie anche ad Anna Puglisi del Centro documentazione Peppino Impastato che ci ha parlato del lavoro di ricerca ed analisi sulle mafie, un lavoro iniziato da loro già nel 1977. Il professor Ruffino ci ha poi parlato di linguaggi e non solo, andando a riscoprire episodi di vita politica comune assieme a Peppino.

Avremmo voluto fare molte altre domande ai nostri ospiti e forse ne avremmo potute fare di diverse. Rimane il fatto che il lavoro portato avanti da Giovanni ed altri dimostra che ha sempre senso “continuare a resistere”.

Per cui ci teniamo stretto questo invito e ringraziamo ancora una volta per la fiducia concessa.

Per tutti sono Meso, all’anagrafe Manuel Mesoraca e se preferite anche solo Manuel. Faccio parte della redazione ma prima ancora sono tesserato ANPI, sezione di Marzabotto. Quindi mi occupo di Resistenza, più precisamente di luoghi e storie legati ad essa. Qualcuno diceva che la storia è maestra di vita ma purtroppo fatica ad avere scolari, noi nel nostro piccolo, speriamo di contribuire a mantenere viva la memoria. Non come sterile esercizio di date, nomi e morti ma come qualcosa che ci serva, anche per interpretare meglio questi anni difficili.

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