Due fratelli contro il fascismo

La storia di questa settimana parla di due fratelli, i fratelli Rosselli. Ambedue decisero di combattere a viso aperto il fascismo. E questa fermezza gli costò caro. Per un curioso scherzo del destino la via a loro intitolata (a Bologna) incrocia Via Don Minzoni, personaggio a cui abbiamo dedicato la scorsa puntata di Frequenze Partigiane.

Carlo e Nello Rosselli erano due intellettuali. La prima impresa in cui si cimentarono fu quindi quella di dare anima e corpo ad un circolo di cultura già nel 1923. Il circolo in breve raccoglierà tantissime adesioni, prima fra tutte quella di Gaetano Salvemini, molto vicino ai due fratelli. Nel 1925 il circolo verrà sciolto dal fascismo.

I Rosselli decidono quindi di entrare in clandestinità fondando il primo giornale clandestino antifascista italiano dal titolo emblematico: “Non Mollare”. L’iniziativa ebbe vita breve ma l’attività di Carlo e Nello non cessò con esso. L’impegno dei due fratelli non venne meno nemmeno negli anni più bui e forse anche per questo ambedue rappresentarono un simbolo dell’antifascismo italiano per gli italiani ma anche per gli europei. Forse anche per questo il regime decise di colpirli anche se oramai in esilio.

Per approfondire la storia dei fratelli Rosselli abbiamo chiesto lumi ad un ospite d’eccezione, il Presidente della Fondazione Circolo Fratelli Rosselli On. Valdo Spini, che ringraziamo per la disponibilità.

Non ci resta quindi che inviarvi all’ascolto della puntata di oggi, in replica venerdì e la prossima settimana.

 

 

Per tutti sono Meso, all’anagrafe Manuel Mesoraca e se preferite anche solo Manuel. Faccio parte della redazione ma prima ancora sono tesserato ANPI, sezione di Marzabotto. Quindi mi occupo di Resistenza, più precisamente di luoghi e storie legati ad essa. Qualcuno diceva che la storia è maestra di vita ma purtroppo fatica ad avere scolari, noi nel nostro piccolo, speriamo di contribuire a mantenere viva la memoria. Non come sterile esercizio di date, nomi e morti ma come qualcosa che ci serva, anche per interpretare meglio questi anni difficili.

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