La palla si stacca leggera dalle mani del giovane uomo, la sua pare proprio una traiettoria perfetta, un viaggio verso una meta precisa, scontata. La retina è pronta per essere violata, ma nella sua corsa attenta, accade qualcosa di imponderabile, inaspettato, imprevedibile. La sua traiettoria sicura e ferma riceve un sussulto lieve, un brivido corre lungo la schiena degli spettatori increduli, ci si chiede perché un tiro cosi ben concepito possa cambiare repentinamente il suo corso. Allora la palla balla sul ferro,
una, due , tre volte e tante braccia protese la toccano, l’accarezzano, inizia una sfida lunga, intensa e dura.
Non conoscevo personalmente Marco, ma questa sera anche chi come me lo conosceva meno ha potuto rendersi conto di quanto amore c’è nei suoi confronti. Il campetto della Colonia di Marzabotto è pieno di giovani in canotta, per questo lungo e desiderato 3 contro 3. Mai avevo visto un’adesione di questo genere, un richiamo ad un evento al quale nessuno dei suoi tanti amici si è potuto sottrarre. Non solo amici, ma tanti amici di amici, richiamati da un passaparola incessante. Sergio manovra un tabellone gigantesco sul quale con i nomi più buffi si presentano le squadre.
I ragazzi del Centro Giovanile riescono ad allestire in poco tempo un piccolo stand, nel quale non mancano birra, panini e patatine fritte. Poi a metà contesa, Lucia con la voce rotta dalla commozione annuncia che una stupenda torta è in procinto di essere parcheggiata a metà campo. Una torta con il numero 26, come i tuoi anni, e come gli anni di quasi tutti i ragazzi accorsi sul cemento della Colonia.
Il 3 Ottobre, il giorno del tuo compleanno. Marco, hai visto che bella festa ti hanno preparato i tuoi amici? C’è da esserne orgogliosi, come sicuramente lo sarà la tua famiglia di tutto questo amore per te. È stata una festa semplice, genuina, in grado di sprigionare la sua autenticità, come riescono solo a quelle cose fatte col cuore. Marco, quel tuo tiro che sembrava poter abbracciare la vita, purtroppo non è entrato, ma questa sera non uno, ma dieci, cento, mille tiri hanno stracciato la retina. Qualche ginocchio sbucciato, qualche gomito alto, tanto sudore, tanti abbracci, sorrisi, tanta voglia di esserci, di vivere tu con loro e loro con te. Spero, anzi ne sono certo, che ci saranno altri 3 contro 3 in questo campetto che verrà rimesso a nuovo. Questo è quello che hanno pensato i tuoi amici, questo nuovo spazio porterà il tuo nome.
FRANCO CIARALLO