Dopo un abbondante messetto di cazzeggio sincronizzato, si torna su queste frequenze, per la verità un pò sfacciatamente, lo ammetto, per narrare le gesta della Fortitudo. Nel mentre, la Regular Season è finita, scalzata dai ben più densi Play-off. La “Effe” si è assicurata la partecipazione al ballo di fine stagione grazie ad un filotto di cinque schedine vincenti consecutive che le hanno permesso di agguantare la settima posizione nella griglia di partenza. Ad aspettarla sul campo neutro di Scafati, vi era Agropoli, seconda classificata del girone Ovest, gemello di quello cui i felsinei hanno preso parte.
La partita, a dire il vero, non l’ho vista. Però me l’ha raccontata un mio amico campano, Gino. Se vi accontentate, dunque, ve la parafraserò. Innanzitutto, qualche dato biografico: Gino è nato nel ’93, dal ’95 vive a Salerno, dal ’97 si è affezionato morbosamente al gioco della pallacanestro e, sfortunatamente, nel 2000 si è innamorato della Fortitudo. Di partite, purtoppo, ne ha viste molte in tv e poche dal vivo. L’occasione, pertanto, era imperdibile.
Ginocronaca. Agropoli comincia correndo peggio della pallina del flipper. I locali fuggono sia incontropiede che nel pallottoliere. La Effe, dal canto suo, deve ricaricare le pile attingendo glucosio dalle seconde linee. Strappo, contro-break, quiete. Tutti in panca sul 14 pari.
Bonciolli ricaccia nella mischia Guatone Raucci, recentemente quarantenato a causa di una noia muscolare. Il “Toble”, senza cerimonie, azzanna subito i listoni del parquet (esordio con botto oltre l’arco) e le altrui caviglie, in particolare quelle di Roderick, fin lì rebus insolvibile. Gli Effescudati cavalcano la cresta dell’onda, scollinando anche la doppia cifra di vantaggio, mentre gli uomini di Paternoster arrancano causa rotazione ridotta all’osso. Gino può allora andare tranquillo a rinfocillarsi di patatine sul 28-39 ospite.
Ci si risiede sui gradoni del Pala Mangano. Agropoli ha un moto d’orgoglio e rientra fino a lambire il sorpasso. Poi il caos. Italiano colpisce a gioca fermo Roderick, che reagisce alle provocazione strattonando il Nazzareno bianco-blù. Equa espuslione dei due litiganti, ma a godere, ai punti (se, mettiamola così, si trattasse di un match di boxe), è la Fortitudo. In campo, intanto, si continua a procedere sul filo del rasoio. La truppa di Boniciolli la sfanga nuovamente, rintanando in panca per con sette punti da difendere (49-56).
Ci si avvia verso il finale senza particolari turbolenze. O quasi. A circa quattro giri di lancetta dal gong, Daniel, visibilmente annoiato per la monotonia delle vicende di parquet, va a fare due balotte in spogliatoio insieme ad Italiano. Si riaccende un lume di speranza per i biancoazzurri, ma Santolamazza prima e Trasolini poi lo scialacquano coi piedi oltre l’arco. La chiude Raucci, come è giusto che sia, con un libero post-fallo sistematico. Foglio rosa strappato sul 67-72. Ma bisogna ancora dare la pratica. Gino, intanto, va a fare il biglietto per Gara 2.
Nota per i giurisprudenti. Al secondo atto, che andrà in scena domani sera (per chi legge) sempre in terra campana, parteciperanno sia i due birbantelli biancoblà, “sgabbiati” dalla società felsinea tramite pagamento di un ammenda (cui si aggiunge quella relativa ai coloriti omaggi ripetutamente offerti all’ex di turno Spizzichini) che il pericolo numero uno Roderick, solamente deplorato. Male per le casse di Piazza Azzarita. Meglio per il pubblico pagante.
AGROPOLI- FORTITUDO ETERNEDILE 67-72 (Parz: 14-14; 28-39; 49-56; 67-72)
AGROPOLI: Romeo 9, Santolamazza 12, Guaccio, Bovo, Bolpin, De Paoli, Trasolini 12, Carenza, Spizzichini 6, Stano, Di Prampero 9, Roderick 19. All. Paternoster
FORTITUDO ETERNEDILE: Daniel 6, Rovatti, Quaglia 2, Candi 9, Campogrande, Montano, Sorrentino 1, Raucci 13, Carraretto 7, Amoroso 9, Flowers 19, Italiano 6. All. Boniciolli