A volte è curioso il percorso che fanno alcune storie. La storia di Lorenzo Giusti ne è un esempio.
Nella sua vita Giusti è stato scomodo fin da subito. Fin dalla sua adesione al neonato Sindacato Ferrovieri.
Le mobilitazioni sindacali gli valsero il licenziamento, quando il fascismo salì al potere. Come lui circa 20.000 ferrovieri persero il lavoro. Infine, fu costretto all’esilio a causa delle persecuzioni del regime, ormai era diventato rischioso anche solo frequentare i circoli politici.
L’esilio lo portò prima in Francia, poi in Spagna, anche se l’OVRA (polizia segreta fascista) teneva controllate le sue mosse come emerge dai documenti ritrovati presso gli uffici della prefettura.
La sua indole solidale e ribelle lo portò a combattere in Spagna, come già detto. Al termine della guerra fece ritorno in Italia dove dopo la liberazione ricoprì l’incarico di assessore.
A tanti anni dalla sua morte qualcuno – Serafino d’Onofrio – riscoprì la sua storia e decise di rendergli omaggio dedicandogli un giardino nei pressi di Via Barontini, a Bologna, quartiere Cirenaica.
Per motivi strani, che approfondiremo nella puntata di oggi alle 18, il percorso che ha portato all’intitolazione del giardino sociale Lorenzo Giusti non è stato facile.
Ci tocca infatti constatare che al termine del percorso amministrativo e di gestione del giardino stesso ancora manchi la targa ufficiale del comune. Al suo posto una targa “provvisoria” messa da alcune associazioni della Cirenaica in occasione di “Resistenze in Cirenaica”.
Come mai? Forse, un anarchico è sempre scomodo, anche da morto!