Foo Fighters, Bologna e il concerto perfetto.

E’ difficilissimo scrivere di un concerto stupendo come quello dei Foo Fighters a Bologna sapendo cosa stava accadendo negli stessi istanti ad un altro pubblico a poche migliaia di chilometri da casa mia. Il pubblico di un concerto degli Eagle of Death Metal che avrei voluto vedere, in un posto – il Bataclan – che mi sarebbe piaciuto, se solo il mio viaggio di lavoro a Parigi si fosse protratto per qualche giorno [sono tornata sabato scorso come raccontavo qui].

Ho deciso di scrivere quello che avevo in mente mentre ancora i Foo suonavano e mentre ancora ignoravo gli attentati in corso.

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Caro Tommi,

Oggi è un giorno importante.
E’ il giorno del tuo primo concerto.
Ed è bellissimo pensare che ti stai ancora godendo il tepore della pancia della mamma e nuoti da lì nel rock che avvolge anche noi, qui fuori.

I tuoi sono due fighi Tommi. Sono quel tipo di persone sempre pronte a bruciare sul tempo mille altre quando si tratta di accaparrarsi un biglietto su ticketone. Sono quel tipo di persone che quando la musica suona sono in pace con il mondo. E stasera sono presi ancora meglio perché suonano i Foos. Ti hanno portato nonostante qualche dubbio, ma secondo me hanno fatto molto bene.
Abbiamo scoperto del tuo arrivo lo stesso giorno in cui ci siamo aggiudicati i biglietti per questo concerto. Quindi è ancora più bello essere qui con te stasera.

Non posso spiegarti io chi sono i Foo Fighters, perché quando sarai in grado di leggere avrai già ascoltato un milione di volte questa storia. Sappi solo che sono figli del grunge di Seattle, ma a quello devi togliere la camicia di flanella e l’atteggiamento di chi è perennemente colpito dalla sfiga cronica.
Non sono il mio gruppo preferito di sempre perché preferisco la musica britannica, ma so per certo che il gruppo di Dave Grohl va visto almeno una volta nella vita. Dicono tutti che c’è una carica speciale ai live dei Foo. E te lo posso confermare, perché anche se questo è il “Broken Leg Tour” e Dave si esibisce seduto su di un trono di chitarre, la carica arriva forte e chiara. Sono tutti impazziti, galvanizzati da quello che è senza dubbio uno dei gruppi più influenti del panorama musicale: basta un cenno, basta che Dave cerchi di sollevarsi o racconti un aneddoto per scatenare la totale partecipazione di una folla di quasi quindicimila persone accorse da ogni parte dell’Italia.

Dave qui è a casa, lo spiega annunciando “Big Me” dedicata agli amici bolognesi e alla ragazza che frequentava sotto le due torri ai tempi degli Scream.

“Sembra che voi siate la band e noi il pubblico” dice Grohl in risposta all’entusiasmo dell’Unipol Arena. Ed effettivamente la partecipazione ed il trasporto non mancano. E’ un concerto atteso da anni e i fan dei Foos si fanno sentire cantando parola per parola i pezzi sparati a tutta forza e senza sbavature da una band che non conosce imperfezioni. E’ vero, si percepisce bene l’energia in circolo. E’ una festa, è un momento perfetto in cui lasciarsi attraversare dal rock è quanto di meglio possa esistere.

Ti lascio la scaletta delle due ore e mezza -senza encore- di buonissima musica che ci siamo ascoltati insieme, in caso volessi ascoltare qualcosa una volta che sarai arrivato.

Everlong
Monkey Wrench
Learn to Fly
Something From Nothing
The Pretender
Big Me
Congregation
Walk
Cold Day in the Sun
My Hero
Times Like These
Breakout
Arlandria
White Limo
Wheels
All My Life
These Days
The Feast And The Famine
Skin And Bones
This Is a Call
In the Flesh?
(Pink Floyd cover)
Best of You

Sono sicura che anche se non sei ancora nato sai già cos’è il rock.
Sono sicura che non sarai interessato agli One Direction, ma se lo vorrai sarò pronta ad accompagnarti anche a un loro concerto.
Ma non diciamolo a tuo padre.

Con affetto,
La zia Saki.

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Autore
Saki

Sono nata con l’aria di neve e tutto il sistema solare contro.
Diffido da chi abusa dell’aggettivo carino e non parlo con chi lo declina in superlativo.
Ammiro chi si sveglia presto.
Ignoro chi la musica la ascolta tutta e si definisce un po’ pazzo.
Amo gli alberi spogli di gennaio, le foglie secche di ottobre e le giornate interminabili di giugno.
Non so farmi i selfie.
Predico bene e razzolo di merda.
Gatteney e Rock’n’roll.

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