“Ogni adolescenza coincide con la guerra” è il ritornello di un famoso pezzo dei Tre Allegri Ragazzi Morti. Cosa c’entra un pezzo punk con la Resistenza? C’entra.
Siamo stati a Casteldebole, quartiere Borgo Panigale a Bologna, sui luoghi della battaglia di 71 anni fa, dove persero la vita un gruppo di eroi-adolescenti del 1944, come testimoniato dalla foto qui sopra.
Il più adulto di tutti, il comandante Corrado “Bolero” Masetti, aveva 29 anni.
Siamo stati sulle tracce della 63ma Brigata partigiana Garibaldi, denominata poi Brigata Bolero, dopo quei fatti.
Una Brigata composta da più di 1000 partigiani, età media di poco superiore ai 20 anni, che ha operato tra colline e pianura in quello che possiamo considerare l’hinterland nord-ovest di Bologna. Da San Giovanni in Persiceto a Monte San Pietro fino ai margini della città.
Oltre a questo: la musica combat-rock, l’intervento dell’attrice e attivista dell’Anpi Margherita Ferioli che con il suo punto di vista di educatrice ci ha raccontato una bella storia, fatta di “Storia”.
E poi come sempre le interviste ai passanti raccolte in Via Brigata Bolero e via Caduti di Casteldebole, questa volta sotto la pioggia.
Perché la lotta per la valorizzazione della toponomastica è una missione che non tiene conto delle previsioni del tempo.
Infine le parole del Presidente dell’Anpi Provinciale di Bologna Renato “Italiano” Romagnoli in occasione del recente anniversario della Battaglia e dell’Eccidio di Casteldebole.
Al termine della puntata ci è venuto spontaneo tentare un parallelo… Ed è questo. Gli adolescenti di allora e quelli di oggi, i partigiani ed i “regaz”.
Impossibile confrontarli, tutto sommato. Ma tuttavia vi sono analogie, tra le loro “R-Esistenze”.
E se non sono analogie, vi è quanto meno una cosa sorprendente e meravigliosa, una vicinanza ideale tra le loro adolescenze, pur così lontane nel tempo e calate in mondi entrambi complicati anche se in modi assai diversi tra loro.
Il fatto è che c’è sempre un fiume in piena da dover attraversare per mettersi in salvo, per continuare a vivere e a crescere. C’era in quel drammatico autunno del ’44 e forse c’è ancora oggi. E fuori in un certo senso ci sono comunque fucili puntati pronti a sparare per impedirtelo.
E’ che ogni adolescenza per essere vera deve coincidere con la guerra. O no?
[…] Il più grande insegnamento della Bolero forse è tutto qui. Quei giovani, provenienti da paesi diversi ci hanno dimostrato sul campo che la lotta di liberazione non ha nazionalità perché la libertà è un diritto fondamentale di ogni donna ed ogni uomo. […]