Alle 22.30 inizia Cosmotronic.
Location fuori dal centro, mood molto da rave party, l’aroma nell’aria è davvero vegetariano.
Siamo in carrozzina e ai live balliamo.
Sì sì balliamo, sudiamo, ci divertiamo quasi di più di quelli che pensano di farcela, comprese le fighe indie, che con l’inizio di “Le Voci” iniziano a saltare.
Non abbiamo paura della folla e stiamo bene solo quando i bassi delle casse prendono a schiaffi i battiti dei nostri cuori e ci risuonano nello stomaco.
Marco Jacopo Bianchi, è un ragazzo di Ivrea della nostra età che dichiara di non voler fare musica indie.
E allora fin qui abbiamo scritto sotto effetto di qualche sostanza?
No, lui dichiara in svariate interviste di fare musica clubbing, lasciamogli mettere l’etichetta che vuole, non definiamo e preoccupiamoci di ascoltarlo con le orecchie, chiudendo gli occhi.
Il concerto continua con “Tutto bene”, passando da “Quando ho incontrato te” a “Sei la mia città”!
Sono 90 minuti di parole veloci, ritmi incalzanti e musica capace di trasformare l’elettronica in cantautorato.
Cosmo dirige la sua astronave tendendo il microfono come la cloche di un aereo. Proietta luci stroboscopiche e tra le stelle di una notte che è solo all’inizio guida la folla nel suo mondo di parole.
Sentiamo le voci e vediamo le luci, ma va tutto bene…