Da quando “Strappare lungo i bordi”, la serie scritta e diretta da Michele “Zerocalcare” Rech è approdata su Netflix (raccogliendo lodi da sinistra a destra e facendo ottimi ascolti), si può dire che la gigantesca platea di fan a cui l’autore è oramai abituato a parlare non possa che ritenersi soddisfatta di come il fumettista nella “sua” serie sia rimasto coerente ai suoi fumetti. Chi legge Zerocalacare si aspettava esattamente una serie come “Strappare lungo i bordi”: divertente da piegarsi dalle risate, diretta da farti piangere.
Ci sono tuttavia alcune ristrettissime cerchie di seguaci che non possono o non riescono ad accettare di buon grado che Zerocalcare sia partito dal “Crack!” del Forte Prenestino per arrivare dentro al catalogo di uno dei grandi simboli moderni del capitalismo: Netflix.
Noi non siamo d’accordo e, anzi, pensiamo che Rech abbia fatto un ottimo lavoro con “Strappare lungo i bordi”, scrivendo e disegnando una storia bella e commovente, infarcendola di numerosissimi easter eggs e soprattutto di “contributi militanti”: ne abbiamo raccolti un po’ per voi!
Strappare lungo i bordi: episodio 1
00.30 il manifesto nella metro che potrebbe essere del film “Shrek” pubblicizza invece il titolo “Orko – omo de panza omo de sostanza”. L’altro titolo è “Giappo Attak – anvedi sti giapponesi”
00.33 sulla metro in arrivo c’è un uomo affaticatissimo con una scimmia sotto il braccio e una cartina aperta in mano, e una signora anziana seduta che si terge il sudore
00.36 nei substrati tra la fermata Colosseo della metro e la superficie ci sono: l’uccello parlante Dodò de L’albero Azzurro, un fumetto di Zerocalcare, un tesoro di dobloni con tanto di forziere, vari teschi di cui uno con tre occhi, un sacchetto di patatine con una manina appiccicosa, scheletri di dinosauri, un altro fumetto di Zero, vari cimeli di epoca romana, un Game Boy e una Ranoplà
00.40 appare ancora sottoterra una effigie dorata dell’armadillo, chissà perchè
00.46 tra i tifosi della Roma, l’unico a petto nudo ha un tatuaggio sul petto di Gesu Cristo in croce, ma con testa di cane
00.52 nel finto skip video appaiono: Silvio Berlusconi, Zero seduto davanti a una cattedra, forse alla maturità, Zero che si accinge a fare una scritta sul muro, osservato da Secco, le Tute Bianche, una ramanzina dalla madre, un arrivo in treno a Genova, Genova
01.35 il concerto si svolge al csoa La Strada, lo dimostra lo striscione sopra il palco. Il gruppo è quello dei Klaxon
02.52 stessa inquadratura, compare in alto a destra la prima bandiera antifa della serie
03.00 un volantino sul muro conferma che ci troviamo al centro “La Strada”
03.05 altra bandiera antifa, abbozzata, in alto a sinistra
03.17 sulla parete in alto, tagliato fuori per metà, compare un poster con il logo di Indymedia. Sotto, tagliato anch’esso a metà, il logo turrito di un altro centro sociale (La Torre o forse il Forte Prenestino)
03.23 tra i poster della camera c’è “Mastro de pupi” (Metallica, Master of Puppets) e “Londra chiama” (Clash, London Calling)
03.32 a destra c’è il manifesto di un Pulcinella incazzato che corre con una spranga in mano. E’ il logo del No Global Forum, Napoli 2001
03.50 si legge anche l’autore di “Londra chiama”: “I Clesh” e compare sulla porta a destra il manifesto di un ufo e la scritta “Ce vojo crede” – riferimento a X-Files. Il poster col dinosauro invece cita probabilmente Jurassic Park
05.05 il cellulare è un vecchio Nokia 3310
05.33 il cartello su una porta dell’ambulatorio indica: “dott.sa Poli”
06.46 al negozio di dischi, tra i poster, c’è la banana dei Velvet Underground & Nico
06.56 il disco che sceglie Zero, scontato del 30%, è quello dei “Presidenti Morti” ovvero “Plastic Surgery Disaster” dei Dead Kennedys
06.59 c’è un errore di testo: nel poster è scritto “lezioni di ukelele” invece che ukulele
07.27 la canzone è “Non abbiam bisogno di parole” di Rosalino Cellamare, in arte Ron
08.21 i tre poster sopra il divano sono: concerto dei Duap (gruppo Oi! che esiste davvero) allo “spazio Boario – lungotevere Testaccio” (probabilmente il csa Villaggio Globale); qualcosa che succedeva in un mese imprecisato del 2005 (sabato 19 febbraio, lo si vede a 10.04) alle 21.30 alla “Locanda Atlantide” (discoteca “La Locanda di Atlantide”, al quartiere romano di San Lorenzo, chiusa per ordine pubblico nel 2019); e infine il poster di una manifestazione tedesca del 2009 (Angry kids: unite) con terza comparsa della bandierina antifa.
10.00 le serie di “Netflics” hanno tutti i nomi cambiati. Film de action: “Luminoso”, “Fasti and Furiosi 75”, “Stà ar trek a ridaje”, “A Guera”. Cose che te ponno piacè: “Hill Hause”, “the Corona”, “Nun ce capisci mai un cazzo”, “La regina de sticazzi”. Film che te fanno venì il diabete: “Pischelli che s’ennamorano”, “Brigida Gions è pregna”, “Amore e cannibalismo – me te magno ‘a milza”, “Me prima de te”.
10.01 altre serie che te ponno piacè: “Te Magno”, “Come innamorasse de tu madre ner passato”, “Amore ar tempo de na pandemia”
10.11 si scopre meglio il primo poster, che riporta il live – con i Duap – della francese “Brigada Flores Magon”
10.52 il menù del “Super bar” (sponsorizzato sul portatovaglioli) propone panozzo cor pollo, panozzo cor prosciutto, panozzo buono, panozzo cor pane, panozzo pe’ omi, panozzo pe’ donne
11.41 sulla porta del cesso c’è scritto ACAB
12.52 sulla porta del cesso c’è scritto DON MATTEO AMICO DELLE GUARDIE
13.04 in fila al cesso delle donne c’è un grazioso piccolo unicorno imbronciato
13.19 “Holy Male Constitution” viene sfogliato velocemente. Si possono leggere le frasi: “comunque la profezia dell’Armadillo capolavoro assoluto”; “devo riempire altri due fogli aiuto”, “qui stanno scritte a caso”, “spero davvero che mettano il blur sennò dovrò riscrivere cose sensate”, “per fare la torta di mele servono 700 grammi di mele e poi non mi ricordo più quindi Lorem Ipsum”, “i nostri lamenti sono un contributo alle scienze umane, noi potemo morì con la febbre a 37°, noi soffrimo de più, noi patimo de più, noi se sacrificamo de più”, “tipo Bailando Bailando dei Paradisio”, “ma i video che ha pubblicato durante la pandemia patrimonio Nazionale”, “che boni i maritozzi co la panna”.
Strappare lungo i bordi: episodio 2
00.12 per terra sotto l’albero, c’è un Tamagotchi. Sul tronco dell’albero la scritta “Babbo Natale mente”
01.23 sul banco c’è un astuccio dei Power Rangers
01.45 la foto vera di Zerocalcare in basso a sinistra (“l’ultimo faggiano”) fa il verso alla copertina dell’Espresso (“Zerocalcare: l’ultimo intellettuale”) di novembre 2020
01.52 sul muro di casa della madre c’è una pinza in una teca di vetro: la scritta dice “se si strozza cor prosciutto”
03.39 il titolo della verifica in cui Sara ha preso 8 è “verifica di stocazzo”
05.18 lo Zecchino d’Oro di Zero si chiama “Monetina Dorata”
06.51 compare per la prima volta il cellulare di Zero con un disegno de “Gli scarabocchi di Maicol&Mirco” come sfondo (“chi è felice è complice”)
07.00 il video in riproduzione è “capra percuote poliziotto”
07.01 sullo sfondo c’è la locandina del film “Questa è l’Inghilterra – un film de Gianni Prati”: si tratta di “This is England”, un film del 2006 diretto da Shane Meadows
07.25 locandina di “Ingloriosi malandrini” (Bastardi senza gloria) e “Rog Uan – ‘na storia de guera fra ‘e stelle” con riferimento all’episodio “Rogue One” di Star Wars
08.15 il sottotitolo nella locandina di Bastardi senza gloria recita: un film de ingloriosa thrilleggiante vendetta – un film bai Quentino de Taranto
08.22 i commenti immaginari al tweet mai postato sono: da utente sconosciuto (foto profilo di Secco) “te scopi i cani”; @Babbo25 (foto profilo di babbo natale) “Hohoho”; @Yuri_Kalash “mai na gioia”; @piero_titto “vabbè, GENIO!”; @La_Fine (foto profilo falce) “sono MORTA dal ridere!”; @Cammy “divertente la tua riflessione sulla caducità dei caricabatterie!”
10.19 si scopre che il gruppo principale del concerto in cui suonarono i Duap e la Brigada Flores Magon sono gli Angelic Upstarts, gruppo Oi! inglese attivo dal 1977
12.40 un manifesto stracciato sullo sfondo riporta probabilmente la presenza di un circo a Roma dal 6 all’11 (le date complete si leggono a 13.11), quello di “Moria” (e non “Moira”)
13.08 eh sì, l’omino stilizzato che si mette le mani nei capelli è proprio quello delle istruzioni Ikea
14.36 i nomi in rubrica sono: Secco, Silvia C, Tartufello, Tommy G, Ufologo Paolo, Carlo Poveta, Lord Illuminati, Il Maestro, Peppe Sweeps, Kevin Sottiletta, Pippettuzzo, Tamara A, Pietro Tombino, Paola G
15.19 la madre è salvata in rubrica, ma non c’è da stupirsi, come “Genitore 1”
Strappare lungo i bordi: episodio 3
01.53 sullo sfondo probabilmente un richiamo a “In Utero” dei Nirvana (“In Pancia” secondo Zerocalcare); sullo schermo, tra gli altri, un adesivo con gatto arruffato molto usato in ambienti militanti, anche logo di Radio Onda d’Urto
01.55 sullo sfondo la Stella della Senna
02.02 i due bambini sulla destra hanno sulla maglia uno la mascotte di Italia 90, l’altro il seme di una carta da gioco
02.13 sono tanti i dettagli che dimostrano da qui in avanti la decadenza della scuola superiore che è un Liceo Statale
02.36 la ragazza sulla sinistra, col giubbotto nero e gli occhiali, ha una toppa antifa sulla spalla. Sulla facciata della scuola c’è il flyer di un “concerto punk” sabato
02.57 gli studenti che salgono in piedi sui banchi citano il film L’Attimo Fuggente
03.36 sul libro aperto di francese, la facciata destra contiene il maschile e il femminile di alcuni aggettivi (italiano, generoso, bugiardo, buono). La sinistra invece contiene lo stralcio di una citazione da “L’Odio” di Mattieu Kassovitz (1995): “c’est l’histoire d’un homme qui tombe d’un immeuble de 50 étages. Le mec, au fur et à mesure de sa chute, il se répète sans cesse pour se rassurer: “Jusqu’ici tout va bien… Jusqu’ici tout va bien… Jusqu’ici tout va bien.” Mais l’important, c’est pas la chute. C’est l’atterrissage.”
03.34 il noto gioco “Indovina Chi?” è per l’occasione traslato in “Funeral Chi?”
04.17 “ripetizioni da calcare” persa la L diventa “ripetizioni da cacare”
05.45 ancora la citazione di Kassovitz sul libro di francese, stavolta attribuita in calce
06.36 per la prima volta si legge la scritta H2O sulla felpa verde di Secco. Gelato, sì, alcool no?
06.59 Zero passa il dvd di “Che Odio (fin qui annamo bene)” al ragazzo lucertola. “Un film di Matteo Cazzovis”. Si legge sulla custodia: “Lazzechen presenta Vincenzo Casella Umberto Chedè Said Tagliamuli. Miglior Regia 95 Canne”
07.31 il messaggio per contattare le ragazzine topo lo manda, secondo l’orologio del monitor, alle 11.30 del 30/06/2006
08.07 pagella di Ludovico Lucertolini: “sarchiapotto di Roma nord di anni 13. Viziato come la merda, già dalla tenera età si dimostrava disinteressato a qualsiasi cosa e strafottente in quel tipico modo di quelli che nella vita si sono fatti la bizzarra idea che nessuno gli darà mai una pizza. Non capisce un cazzo”
08.07 famiglia Lucertolini: “famiglia impaccata di soldi, madre professionista progressista, padre non pervenuto. Geneticamente tirchi come la merda. La fragile psiche dei Lucertolini è sempre più corrotta dalle forze oscure e lui si lascia sedurre. Comunque, a conti fatti, un cojone così è meglio che se lo ciuccino loro che noi”
09.08 graffito della 1UP, una delle crew di writer più conosciute di Berlino, sul muro della pizzeria. Un graffito di 1UP è presente anche sulla facciata del palazzo dove vive Secco, in alto a sinistra (minuto 12.29)
11.10 davanti alla pizzeria un gatto si acciambella sullo zerbino
12.26 ci sono tante figure antropomorfe tra i personaggi, non si possono elencare tutte. Ma la signora del balcone accanto è un triceratopo
12.31 i campanelli sono: Shere Khan, Cincischiati, Kobayashi, Albescu, Secco (li mortacci tua), int. 4, int. 11, Alam, Gasparini, Ricciardi, Morlupi, Osawa
13.01 si vedono anche i due campanelli in alto: Bachu e Montani
13.10 si vedono per la prima volta le spillette che Zero porta sullo zaino, una stella rossa gialla e verde dell’Ypg e un’altra rossa e nera dei Dead Kennedys
15.13 esiste davvero un gioco dello slime simile a quello del cartone: è lo Slime Pit della Mattel. Ecco lo spot
16.48 non potevano mancare i Superpigiamini
Strappare lungo i bordi: episodio 4
01.32 il curriculum di Zero ricorda, tra gli altri, un lavoro come “consulente di stocazzo” nel 2003 e “calciatore di serie A” nel 2001
03.39 le lenti a contatto pubblicizzate sul volantino “l’oculista sovranista” sono quelle di un certo Stefano Bannoni (tipo Steve Bannon quello di Qanon). L’oculista venditore di occhiali per distorcere la realtà è inoltre anche il tema di “Un Ottico”, brano di Fabrizio de Andrè contenuto nell’album “Non al denaro non all’amore nè al cielo”
06.50 l’armadillo in forma di pallone galleggiante è il sig. Wilson di “Castaway”
07.39 il circolo anziani si chiama “circolo di Orietta” (Berti, suppongo)
09.13 lo scenario è quello di Ken il Guerriero
09.32 compare un manifesto sul muro, a sinistra, mai visto finora: la scritta dice “no pasaran” e rappresenta una ragazza con un fucile in spalla su uno sfondo di macerie. Purtroppo le scritte in piccolo sono difficilmente o per nulla leggibili a parte “resistencia” e tre date di aprile 2019
09.57 il manifesto già visto in precedenza della Locanda Atlantide riporta la scritta in alto “per Roberto”: riguarda una serata fatta nell’ anniversario della scomparsa di Roberto “patata” Massi, storico esponente di via dei Volsci e della scena skinhead romana.
10.20 compare in alto a destra un nuovo interessante manifesto: è quello di RMHC, un film documentario di Giulio Squillacciotti che parla di hardcore a Roma tra il 1989 e il 1999
10.47 compare una scatola nella libreria con l’etichetta “small mond”, riferimento da individuare o forse inesistente ma soprattutto compare un manifesto di Star Wars (“l’impero riattacca e mo so’ cazzi” – 1997)
10.54 sul frigo tra gli altri, c’è un adesivo con la bandiera antifa
11.08 alcuni oggetti sul tavolo hanno un’etichetta che li descrive: “orologio mela”; “noce che si apre con dentro un ragno”; “asciugaunghie a forma di papera” e “casco da mandaloriano”
11.30 il personaggio sulla copertina del libro porta la mascherina
11.53 si vedono ancora, sullo zaino, le spillette dello Ypg e dei Dead Kennedys
11.54 de “L’Odio” in casa Zero ha anche il poster
12.03 “Lascia score er ber tempo” recita il piccolo poster in alto a sinistra. Sembra di vedere un corteo di donne col burqa. Riferimento da individuare
12.13 si vedono quattro bei poster. Alcuni già visti (e già analizzati), e uno nuovo molto misterioso: “nun poi vince”
12.34 l’immersione nel divano di spade richiama l’immersione nel cesso di Mark Ranton in Trainspotting
12.57 per la prima volta si vede il gagliardetto dell’Ypg appeso alla porta, quello per cui hanno fatto storie in Turchia
Strappare lungo i bordi: episodio 5
01.25 in vetrina ci sono i dischi “The dark side of the moon” dei Pink Floyd e il banana album di The Velvet Underground and Nico
02.02 il personaggio che parla dell’omosessualità nell’esercito americano è il Sergente Hartman di Full Metal Jacket
04.53 sul muro c’è una scritta a bomboletta: Ostile. Ma se si legge 0stile (con lo zero al posto della O), e sembra proprio uno zero quella O perchè è barrata, allora stiamo parlando di 0stile Serigrafia Ribelle
06.18 l’amico rimasto a piedi con la macchina è salvato in rubrica come “Deprecabile”
09.39 è ben visibile sulla porta il gagliardetto dell’Ypg
09.42 sulla sinistra si possono individuare tra i vinili, una copertina dei Beatles e una dei Clash
09.49 ecco il momento in cui il gagliardetto si vede meglio: questo fotogramma è quello che ha girato sui media turchi per accusare Zerocalcare di essere filokurdo
09.52 in alto a sinistra c’è il manifesto con una mostruosa testa di zombie verde
10.54 una delle locandine fuori dal cinema è quella di “Les Miserables – I Miserabili”, film del 2019 di Ladj Ly molto vicino per tematiche e ambientazione a “L’Odio” di Kassovitz
11.17 ci sono altri due film, forse famosi “Famo a capisse” (Lost in Translation di Sofia Coppola) e “Escargot my love” (Mektoub my love)
12.36 citazione citata: Interstellar
15.14 siamo a Biella, e i due cartelli stradali sullo sfondo indicano “Verrone” e “Candelo”
15.51 il contesto si ispira alla “cura Ludovico” di Arancia Meccanica
16.38 il giornale che legge l’uomo alla scrivania si chiama “Giornale” e il titolo di apertura è: “degrado!”
18.03 Secco sta guardando sul cellulare una “bomba carta a forma di pinguino”… “che carina!”
Strappare lungo i bordi: episodio 6
01.24 è l’unico fotogramma in cui si vede per intero, senza icone a coprirlo parzialmente, il disegno che Zero usa come sfondo: si tratta di “chi è felice è complice” de Gli scarabocchi di Maicol&Mirco
03.45 alla palestra popolare il primo poster militante è sullo sfondo, e recita: “love sport, hate racism”
03.52 “fight for your future”; “antifa” con stella rossa, in alto a sinistra; Mohamed Alì; “hinc sunt leones”; ma soprattutto “LIVIDI E SUDORE SONO LA NOSTRA STORIA”
03.52 sempre in questo fotogramma si vede per la prima volta Giacomo Bevilacqua (aka Keison), amico di Zerocalcare, riconoscibile dalla maschera del suo personaggio, “A panda piace”
05.14 la ragazza arroccata sotto le armi dell’Isis è sicuramente una kurda dell Ypj (il ramo femminile dell’Ypg)
06.44 Zero sulla scrivania ha un pacco di biscotti: non Pan di Stelle ma Pan di Sberle. Rettifica: i Pan di Sberle si vedono anche in mano a Secco a 1.55 durante la colazione
12.18 Secco, nel frattempo, sul cellulare sta guardando due conigli in atteggiamenti ambigui
14.43 il gioco sullo schermo non è il poker, ma il solitario di Windows. Tuttavia una nota in basso a sinistra dello schermo, a firma dell’autore, certifica: “non so come è fatto il poker”
17.12 non si sente quello che dicono gli amici del protagonista, ma dal labiale si capisce chiaramente, pur essendo un cartone animato, quel che dice Secco.
Conclusioni
L’intento di questa analisi non è stato di scavare nelle sfumature della trama, nelle implicazioni sociologiche, politiche e filosofiche del lavoro di Zerocalcare. Volevo soprattutto trovare elementi degli ambienti e dei contesti cari a tante e tanti, difficili da vedere bene senza sbobinare il tutto. Perchè? Perchè qualcuno doveva farlo; perchè è una storia ben narrata, con tantissimi elementi di verità che è stato raro finora trovare tutti insieme, e quindi ne valeva la pena. I cantori di una generazione, di un momento della storia o anche di una qualche controcultura, sono merce rara. Ogni epoca ha avuto i suoi: per la nostra c’è Zerocalcare, ma ne servono molti altri ancora. Siamo solo all’inizio?