Il regista torinese ospite della 15° edizione della kermesse appenninica dedicata al cinema.
Porretta Terme.Un incontro sul cinema e per il cinema, in compagnia di uno degli autori italiani più coraggiosi. Presso la biblioteca comunale Martinelli si è infatti tenuto l’incontro pubblico con il regista Roberto Faenza, autore e sceneggiatore di pellicole come Jonah che visse nella balena, Prendimi l’anima e l’ultimo La verità sta in cielo, solo per citarne alcuni. Il pluripremiato regista, cui la quindicesima edizione del Festival del Cinema di Porretta ha dedicato una succosa ed esaustiva retrospettiva dei suoi lavori più importanti, ha catturato immediatamente l’attenzione del pubblico che ha riempito la sala, ascoltando non soltanto aneddoti di vita professionale ma anche divertenti divagazioni sul modo di vedere alcuni aspetti della società moderna e di come essa coinvolga il lavoro di un regista. Una carriera artistica in continua evoluzione che non è stata esente da ostacoli dovuti principalmente alla censura, poiché Faenza ha sempre raccontato la verità dei fatti, in modo audace e senza filtri che potessero compiacere il potere del sistema o confondere il giudizio del pubblico.
“Credo che il cinema attuale sia incentrato molto più sullo svago e l’evasione, piuttosto che alla riflessione ed alla conoscenza della verità e della realtà di tutti i giorni. I problemi di un’Italia, che ormai è preda della depressione e della disillusione verso il futuro, sono purtroppo tanti, anche se continuo a credere ai coraggiosi che ancora possono raccontare le storie nel loro insieme. Altro problema che ritengo più grave della censura è l’autocensura che oggi gli autori tendono ad applicare alle loro opere in fase di lavorazione, per non avere problemi di distribuzione, la quale ritengo essere la principale responsabile di un progressivo disinteresse del pubblico verso un tipo di cinema verità, come quello da me realizzato in tanti anni. Ho passato parecchio tempo senza dirigere pellicole, proprio a causa della censura italiana, che mi ha costretto ad un periodo di lavoro all’estero ma non mi sono mai pentito di quello che ho fatto né potrei mai pensare di cambiare il mio modo di esercitare questo mestiere.”
A fianco del cineasta, la produttrice e compagna di vita Elda Ferri, la quale ha sottolineato l’importanza della persuasione e della mediazione nel proprio lavoro, specialmente in un paese come l’Italia, dove la figura del produttore di oggi è molto meno incisiva rispetto a quanto non sia stata in passato e molto meno supportata di quanto non sia in Europa o in America:
“Consiglio a chi abbia intenzione di percorrere la strada della produzione cinematografica, di valutare attentamente le possibilità concrete esistenti per la propria attività, senza trascurare un costante scambio morale ed intellettuale con i registi, allo scopo di essere comunque sullastessa linea e credere fermamente ed entrambi nello stesso progetto, indipendentemente dai riscontri che l’opera finale avrà sulla critica ed al botteghino.”
Tante le domande del pubblico e le curiosità rivolte alla coppia di professionisti, su quali siano stati i momenti significativi della loro carriera e quelli più emotivi ma anche domande sul futuro del cinema “coraggioso” e sul potere che oggi ha la tecnologia (internet in primis) sulla diffusione di opere cinematografiche e sulla completa libertà di espressione delle stesse.
Il regista non ha mancato di fare qualche piccola critica anche ai festival cinematografici più famosi, che ormai risentono di un appiattimento generale ed una perdita di identità progressiva, a vantaggio invece di kermesse come quella di Porretta che, pur essendo meno mediatiche, offrono una maggiore libertà di espressione e la possibilità di un più vicino approccio e confronto fra l’artista ed il pubblico.
Grande soddisfazione anche da parte dei ragazzi dell’associazione Porretta Cinema, attraverso le parole del presidente Luca Elmi:
“Siamo molto contenti del risultato ottenuto da questa quindicesima edizione. Il pubblico era davvero tantissimo durante le proiezioni al cinema Kursaal ed è stato istituito un premio per lo spettatore che maggiormente ha seguito sui social i giorni del Festival. Crediamo fermamente di essere in continua evoluzione ed aver saputo coniugare l’importanza del cinema in sala e della magia che esso rappresenta, di pari passo con la fondamentale comunicazione offerta dai social, che hanno consentito una maggior cassa di risonanza, non solamente tra il pubblico ma anche fra gli artisti presenti.”
Roberto Faenza ha poi ricevuto il premio alla carriera tra gli applausi del pubblico, poco prima della proiezione della pellicola “La verità sta in cielo” ed il concorso Fuori dal Giro, giunto alla quarta edizione, ha trovato e premiato il suo vincitore in Ivano De Matteo, con l’opera “La vita possibile”. Ottimi risultati e promettenti progetti per la sedicesima edizione già in cantiere, che assicura nuovamente grande impegno e passione incondizionata per il cinema che racconta, che coinvolge e che rimane nella mente e crea emozioni da custodire.