Lo sapete quanti film escono in sala oggi? 15! E sapete quanti di questi, resteranno al cinema più di una settimana? Forse 3! CLOSE UP è quindi la necessaria rubrica che prova a raccontarvi le principali uscite cinematografiche nelle sale del bel paese. Tenendo conto delle temperature equatoriali di questo Aprile, risulta indispensabile tentare di consigliarvi qualche titolo e mettervi in guardia sugli altri. Cominciamo!
Codice 999 è il tipo di film che personalmente adoro: un gruppo di poliziotti corrotti, dediti alle rapine, hanno in ballo un colpo molto grosso, ma per riuscirci hanno bisogno di un diversivo, ecco quindi che decidono di comunicare alla radio un 999, un codice che indica la morte di uno sbirro, mobilitando così ogni i distretto di polizia che da regolamento è costretto a recarsi sul posto… Al di là della trama a metà tra l’action più spinta e il poliziesco muscolare, la cosa che davvero convince di questo film è l’omogeneità dei caratteri coinvolti. Trovo straordinarie le pellicole in cui risaltano le dinamiche di un gruppo omogeneo di protagonisti, tutti per esempio appartenenti allo stesso sesso. Da spettatore trovo molto interessante veder indagate le motivazioni, i contrasti e le dinamiche di gruppo di tutti i soggetti coinvolti, una trovata semplice e stupefacente, che negli anni ha partorito ottimi film, tutti d’un pezzo, granitici e coinvolgenti. L’appartenenza ad uno stesso sesso, credo, ceto o condizione, rende questo tipo di dinamiche più interessanti e non contaminate da scorciatoie narrative che spesso impongono un finale obbligato. Codice 999 va in questa direzione, un ottimo esempio di come il cinema di genere abbia ancora qualcosa da dire. Consigliato.
In un lussuoso albergo in Germania si riunisce il G8 pronto a varare una radicale manovra economica, insieme a loro un prete, pericolosamente testimone della confessione di uno dei potentissimi convenuti. Roberto Andò è il meraviglioso responsabile di Viva la libertà, bellissima sorpresa italica del 2013, interessante esercizio di riflessione politica, che aveva il grande pregio di essere autentico. Le Confessioni, è il nuovo film di Roberto Andò, ancora una vota interpretato dal grande Toni Servillo ed ancora una volta dal tema intrigante, politicamente attuale e pericolosamente intelligente, una riflessione matura e probabilmente scomoda, uno dei pochissimi film italiani che meritano la nostra incondizionata fiducia e probabilmente il nostro imperituro rispetto. Se volete vedere un solo film questo fine settimana, Le Confessioni è il titolo su cui puntare.
Prima di passare a qualche nota dolente c’è ancora spazio per qualcosa di allettante, anzi di notevole. Microbo & Gasolina è il poco invitante titolo di un film diretto dal grandioso Michel Gondry, che, per chi non lo sapesse, è lo stesso genio che ci ha donato Be kind rewind (bella riflessione sul passato e sulla creatività) e soprattutto Se mi lasci ti cancello (in originale Eternal sunshine of a spotless mind, semplicemente una delle migliori storie d’amore di sempre). Qui abbiamo due adolescenti impegnati nell’avventura della vita, a bordo di un’improbabile casa viaggiante, tanta voglia di vivere, rompere le regole ed abbracciare la propria incoscienza. Lo andranno a vedere probabilmente in 15, se vorrete dargli una possibilità, non vi deluderà di certo.
Grotto è un film per cui non vale la pena spendere molte parole. Pellicola made in Italy, teoricamente dedicata alle famiglie, racconta dell’incontro tra alcuni adolescenti piuttosto imbecilli, con un tenero essere che abita in una grotta, tra stalattiti e stalagmiti. Fin qui tutto bene, se non fosse che a giudicare dal trailer, i nostri piccoli protagonisti, compresa la creatura digitalmente mediocre, si esprimono a rutti e rumorose flatulenze, giusto per sottolineare una volta di più l’infausta tendenza del pessimo cinema di casa nostra. Dirige Micol Pallucca, classe 1972, dice che ha studiato a Los Angeles e che ha girato senza chiedere fondi pubblici, ma solo grazie ad investitori privati… Grotto doveva uscire nel 2014, non è un buon segno.
The other side of the door è il farraginoso titolo originale (ma dico io, una volta che potevano tradurlo…) di un horror di discutibile fattura, incentrato sull’immarcescibile tema di una madre coraggio, determinata a strappare dal mondo delle tenebre, il pargoletto che fino a poco prima illuminava la sua vita. A cominciare dal classico Pet Sematery, fino al recente ed interessante Wake Wood, il tema è piuttosto abusato dal cinema di genere, qui purtroppo lasciamo da parte la teologia, l’etica e la vera tensione, per concentrarci sull’azione e qualche salto sulla sedia. La iron-mamma è interpretata da Sarah Wayne Callies, già vista in Prison Break e The Walking Dead, anche questa non è un bella notizia.
Eccoci arrivati al consueto film settimanale dedicato alla terza età, che questa volta porta il titolo di Truman – Un vero amico è per sempre. Pregiudizi a parte, la pellicola, una co-produzione tra Spagna e Argentina, non sembra male, protagonisti due amici più un cane (il Truman del titolo) impegnati in un revival sull’onda della nostalgia e della malattia incalzante. I due attori, Ricardo Darin e Javier Camàra, sono praticamente dei miti, delle autorità nei rispettivi paesi d’origine, sembra quindi che Truman – Un vero amico è per sempre sia il tipo di film capace di regalare parecchie emozioni a coloro che gli daranno la caccia in sala. Io? Passo, grazie.
Siamo finalmente giunti in fondo, al cospetto dell’ultima uscita della settimana, Zona d’ombra (in originale e ben più correttamente Concussion, cioè trauma cranico) interpretato dal bravo Will Smith, che per questo ruolo ha sfiorato la candidatura all’Oscar e da Alec Baldwin. Zona d’ombra, racconta la vera odissea affrontata dal medico Bennet Omalu, neuropatologo determinato ad imporre all’attenzione del mondo una patologia degenerativa del cervello, che colpisce i giocatori di football, soggetti a troppi colpi alla testa. Pellicola tosta e tutta d’un pezzo, che nella miglior tradizione della new Hollywood anni 70 (esattamente come succedeva in Spotlight, trionfatore agli ultimi Oscar), non ha paura di sporcarsi le mani e di prendere una posizione, condannando interessi e collusioni poco chiare. Didascalico forse, ma l’importanza del tema (di cui in Italia non sappiamo praticamente nulla) e la chiarezza dell’esposizione, unite alla performance ispirata di Will Smith, rendono la pellicola degna di essere vista.
Penso possa bastare, per chi volesse approfondire e avesse voglia di imbattersi in qualche recensione, questo è l’indirizzo del mio blog: http://houssymovies.com/
Mentre per tutti voi che cercate disperatamente il titolo di un film che vi fa uscire matti e di cui ricordate solo alcuni frammenti di trama, provate a contattarmi alla mia pagina Facebook: https://www.facebook.com/houssypedia/