“Noi crediamo nell’avvenire del nostro Paese; abbiamo fede nelle sue possibilità di miglioramento, nelle sue capacità di sviluppo e di progresso; sentiamo il dovere di lavorare, in tutta la misura delle nostre forze, per costruire giorno dopo giorno l’edificio della libertà e della giustizia in cui vogliamo vivere in pace e che soprattutto vogliamo preparare per le nuove generazioni, nella speranza che esse non debbono mai patire la dolorosa esperienza che noi abbiamo sofferto.” (Enrico Mattei)

La vita (e purtroppo anche la morte) di Enrico Mattei sono intrinsecamente legate con la storia del nostro paese. E’ incredibile come anche solo approfondendo superficialmente la vicenda umana di Mattei ci si imbatta in vicende di livello nazionale ed internazionale. Mattei il partigiano, Mattei il politico, Mattei l’economista, Mattei il petroliere.

Tante sono che lo cose che ci sarebbero da dire su Enrico Mattei e sicuramente un podcast di un’ora è fin troppo riduttivo per una vicenda complessa e importante come la sua.

Con gli occhi di oggi possiamo dire che Mattei è stato il volto della ricostruzione in Italia. Con una felice intuizione ebbe l’idea di non liquidare (come gli avevano ordinato) l’ente che era stato chiamato a guidare (la vecchia AGIP) e da qui partì per costruire l’Ente Nazionale Idrocarburi, l’ENI.

Ma come arrivò alla guida dell’ENI quel ragazzo della provincia italiana? Mattei nacque infatti ad Acqualagna (PS) nel 1906. Di umili origini, non terminerà mai la scuola tecnica a cui i genitori lo iscrissero. Fin dalla tenera età dimostro un carattere indisciplinato, nonostante dimostrasse una grande intelligenza. Cominciò quindi a lavorare presto (16 anni) ed in poco tempo fece carriera in una conceria a Roma, da garzone arrivò ad essere vicedirettore del laboratorio chimico. La crisi fece però chiudere lo stabilimento e Mattei partì per Milano, in cerca di fortuna. Qui nel 1931 pensò di costituire un laboratorio chimico per la produzione di olii e vernici. In breve ottenne un grande successo commerciale, lasciandosi alle spalle le difficoltà economiche del passato. A Milano incontrò numerosi esponenti del mondo politico cattolico (Giuseppe Spataro, Galileo Vercesi, Marcello Boldrini) che lo influenzarono molto nello sviluppo del suo pensiero politico. Nel 1943 infatti, decise di partecipare attivamente alla Resistenza. Nel 1944 la Democrazia Cristiana si ritrovò senza un rappresentante nel CLN e la scelta cadde su Mattei proprio per le sue indubbie doti organizzative. Al termine delle ostilità, il comandante delle armate americane operanti in Italia, generale M. W. Clark, attribuisce a Mattei la “Bronze Star”

All’indomani della Liberazione Mattei fu posto a capo del vecchio ente petrolifero istituito durante il fascismo, l’Azienda Generale Italiana Petroli. Il suo compito doveva essere molto semplice: prendere il vecchio ente e liquidarlo. Le offerte di acquisizione (anche milionarie) non mancarono ma Mattei ebbe l’intuizione: le risorse energetiche erano di primaria importanza se si voleva ricostruire un paese nuovo. Da qui partì per un progetto ancora più grande: costituire l’ENI.

Il progetto di Mattei non era solo quello di costruire un grande gruppo per gestire le risorse energetiche italiane ma anche quello di acquisire nuove risorse attivando nuovi rapporti con gli altri paesi. In particolare con i paesi in via di sviluppo. Su questo terreno trovò la grande opposizione delle 7 sorelle, ovvero le grandi corporation americane che insieme controllavano il mercato mondiale degli idrocarburi. Questa sfida costò parecchio a Mattei, fu infatti duramente attaccato in Italia ed all’estero per la disinvoltura con cui si muoveva nel mercato petrolifero.

La sua idea di indipendenza energetica si scontrava contro grandi interessi. Anche per questo la sua morte risulta un grande mistero italiano. Strano l’incidente aereo che lo uccise (il 27 ottobre 1962) come strano che tale incidente sia capitato proprio nel momento in cui stava per firmare un accordo importantissimo con la ESSO.

Nessuno purtroppo scoprirà mai i mandanti del sabotaggio ai danni dell’aereo di Mattei, che comunque è stato accertato come tale solo nel 2003. Quasi 40 anni dopo l’incidente!

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