Un piccolo maestro in Appennino

Oggi pomeriggio a Frequenze Partigiane parleremo di un piccolo maestro.

Un piccolo maestro che in realtà piccolo lo è stato solo per citare il libro a lui dedicato (I piccoli maestri, di Luigi Meneghello). In realtà “Toni” Giuriolo è stato un grande maestro, ha insegnato a molti altri giovani a prendere la via dell’impegno ed a combattere per la libertà, nei monti di Asiago e anche dalle nostre parti, sull’Appennino Tosco Emiliano.

Proprio tra i nostri monti troverà la morte il 12 dicembre 1944, a poco più di trent’anni e la sua morte, tralasciando la retorica memorialistica, testimonia ancora di più il suo attaccamento verso quei ragazzi incontrati in Appennino ed a cui sentiva di essere profondamente legato, quasi fossero davvero suoi “scolari”.

A distanza di tanti anni cosa è rimasto della memoria di Toni Giuriolo? Una via ed un parcheggio lo ricordano in quel di Bologna e noi ci siamo andati, scoprendo che in realtà il parcheggio (sigh!) è un monumento allo spreco di denaro pubblico. Succede, anche se forse il povero Giuriolo avrebbe meritato di non essere ricordato in questo modo, ma forse a breve si riparerà anche a questo scempio. Ringraziamo ancora una volta gli ignari passanti che si sono prestati alle nostre interviste.

Sempre a proposito di compagni di strada ringraziamo anche il professor Pier Giorgio Ardeni, autore de “Cento ragazzi ed un capitano”  per averci concesso un’intervista che ha delineato con cura la figura del Comandante Toni.

Con questa puntata vi salutiamo e vi diamo appuntamento al prossimo anno! Buone feste!

Per tutti sono Meso, all’anagrafe Manuel Mesoraca e se preferite anche solo Manuel. Faccio parte della redazione ma prima ancora sono tesserato ANPI, sezione di Marzabotto. Quindi mi occupo di Resistenza, più precisamente di luoghi e storie legati ad essa. Qualcuno diceva che la storia è maestra di vita ma purtroppo fatica ad avere scolari, noi nel nostro piccolo, speriamo di contribuire a mantenere viva la memoria. Non come sterile esercizio di date, nomi e morti ma come qualcosa che ci serva, anche per interpretare meglio questi anni difficili.

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