La settimana appena passata ci ha visti impegnati nella stesura della prossima puntata di Frequenze Partigiane. Intendevamo ripartire da una figura “storica” (in tutti i sensi) come quella di Ferruccio Parri. Purtroppo – come spesso ci accade – la cruda attualità degli eventi irrompe e ci costringe a fare, pensare e parlare di altro.
Non è stata una bella settimana quella scorsa.
Il 12 gennaio infatti sono arrivate due pessime notizie.
Prima è venuto a mancare Mario Anderlini, il comandante “Franco” che fu tra i protagonisti dell’epopea partigiana di Montefiorino.
Poi è giunta la notizia della distruzione della targa che a Roma ricordava Giacomo Matteotti, di cui proprio l’anno scorso ci siamo occupati in una delle nostre puntate.
Infine, per non farsi mancare proprio nulla, questo sabato sono avvenute due manifestazioni di Forza Nuova, una a Bologna ed una Milano, città medaglie d’oro della Resistenza.
Non ci interessa qui fare parallelismi tra eventi anche distanti fra loro, quello che ci ha colpito è il senso di smarrimento, di vuoto che una persona come Anderlini lascia dietro di sé. In un momento in cui crediamo sia di vitale importanza tenere saldi i principi democratici che stanno alla base del nostro vivere civile.
Questo senso di smarrimento lo abbiamo letto nei volti di quanti sabato mattina erano presenti alla camera ardente allestita in Comune a Bologna per Mario, perché se è vero che la vita umana è soggetta al naturale decadimento vien quasi da chiedersi se quegli ideali per cui gente come Anderlini ha rischiato la vita (ed altri l’hanno persa) siano anche loro destinati a sgretolarsi sotto i colpi di questa cupa attualità.
Lungi da noi l’idea di abbandonarsi al pessimismo, crediamo però che la realtà dei fatti sia da analizzare e comprendere per quello che è, non per quello che vorremmo che fosse. Appunto per questo – senza velleità intellettuali – ci cacciamo in strada tutte le settimane e sentiamo cosa ha da dirci la gente, sulle nostre storie. D’altra parte un intellettuale vero ha affermato che “la verità non sta in un solo sogno, ma in molti sogni”.
Continueremo nella nostra ricerca, perché ci piacciono le nostre storie e perché crediamo che gli esercizi di memoria in un paese come il nostro siano necessari, prima ancora che utili.
A tal proposito riproponiamo questa settimana la nostra puntata su Matteotti. Il suo impegno e la sua storia ci spronano a fare meglio, ma soprattutto a FARE, che in questo momento è di un’urgenza atroce.