Just Do it! Sushettes – the making of

sushettes pizza

“Sono un grande fan degli uragani che scombinano tutto.. e rimettono le cose a posto”. (cit.) disse il saggio…

..ebbene.. l’Uragano Saki ha colpito la mia vita circa 3 anni fa.
Ero in dèshabillè.
Non sei mai abbastanza pronto per uscire dalla comfort zone.
Quel luogo apparentemente amico, pieno di rusco (per i forestieri: spazzatura), ma al quale sei in qualche modo affezionatissimo, sembra un caldo riparo …  in realtà è na’ galera.

Fatto stà che in un modo o nell’altro, prima o poi, succede di uscirne e vi suggerisco di farlo per scelta con le vostre gambe, perché l’alternativa è che ti ci obblighi la vita e la vita non ha sempre la mano leggera. 

Fatto sta che il mio uragano sconvolgente si è abbattuto sulle mie ansie – modello OZ – scartabellandole per aria in un colpo solo e sbattendone i resti in testa alla Strega della Comfort Zone. 
Sulle prime fu lo sgomento. Poi ho capito che ci sono gli uragani che distruggono e gli uragani che rivoluzionano.

Il mio, per fortuna, era del secondo tipo: si fidava, l’Uragano, che potessi reggerlo, che per farcela, a volte, abbiamo bisogno di qualcuno che ci creda molto più di noi, che veda oltre, laddove tu non vedi e forte della sua prospettiva, ti tenda una mano dicendoti “..salta. Fidati. ” con la certezza negli occhi che quel salto lo puoi fare.
Sushettes è nato così: con la Saki che mi chiedeva di saltare smartellando tutti i buchi dai quali saltavano sù le mie peggio paranoie , come in un classico gioco da sala giochi; okay, ora ha un bicipite che fa impressione, ma Sushettes ha fatto 30 puntate e quindi cheddire? Chapeau.

Io paranoie a nastro e lei pazientemente: “Gee, dai..non è così peso come sembra.. fidati”; mi placavo mezza giornata e al successivo messaggio che iniziava con “dobbiamo fare..” sbiancavo, perché – non sono capace! – e se non reggo tanti mesi di programmazione? -, l’avrei delusa -, avrei deluso me stessa, il mondo, Dio o chi per lui, mi odieranno tutti a vita,  verrò esiliata .. somma..crisi d’ansia e smartellate incessanti della Sacchetta. 

sushettes

Questo per dire che con l’età la sicurezza non aumenta; semmai lo fa la consapevolezza che spesso di te stesso pensi delle cazzate abnormi. Quindi se volete fare un passo utile verso la porta d’uscita dello stallo, iniziate a sospettare che le vostre insicurezze siano per lo più bieche scuse della collosa comfort zone per trattenervi ad oltranza. Nel 99,9periodico% dei casi è così.

Le paranoie peggiori sul fare per la prima volta nella vita un programma in radio – io che il microfono già un po’ lo conosco per cantare – erano, nell’ordine:
1) “….. cazzo dico?”
2) “…….no dai sul serio…cazzo dico ?”
3) “….. e se la Saki mi stesse sopravvalutando?” ..”Rettifico: la Saki mi sta sicuramente sopravvalutando.. “
4) “.. una volta a settimana è IMPOSSIBILE!! E se non riesco a garantire continuità?”
5) “Non ce la faccio, ho troppi impegni: non avrò mai abbastanza tempo.. M A I.”
6) (..e questa era una delle peggiori….): “e come facciamo see …….N E V I C A? “
Perchè réga, il mio terrore di guidare con la neve è insormontabile. Immaginarmi dentro alla Clio, indomabile, in mezzo alla neve.. in P O R R E T T A N A??  

Vabbè: mi pulsava l’occhio sinistro modello Scrat dell’Era Glaciale solo a pensarci..(d’altronde pure il clima nel mio immaginario era quello…). Che la sede della radio fosse a Marzabotto era una questione che non mi dava pace ….eppure…, rovesciando la legge di Murphy per UNA volta nella vita – “quando qualcosa è destinato ad andare bene, CI ANDRA”. Morale: nemmeno l’ombra del paciugo per un’intera stagione, niente neve, niente ghiaccio, niente di niente.
Giusto il tempo di affezionarmi così tanto al programma e ai nostri martedì di scemenze, che dopo pochissimo avrei ciaspolato nella tormenta di fino a Marzabotto se fosse stato necessario, pur di registrare Sushettes. Nel giro di due mesi, magicamente la location non era più un problema, non lo era il tempo, non lo erano gli argomenti, non lo erano neppure le ciabatte di Sua Maestà La Regìa (che davvero non ringrazieremo mai abbastanza). Nulla.

Il problema semmai era diventato far senza.
La differenza tra fare qualcosa di cui non ti frega nulla e fare quello che ami è tutta qui, in fondo: quando fai qualcosa che non ti interessa parti stanco e torni distrutto; quando fai quello che ami, parti stanco uguale, ma in qualche modo torni rigenerato. E questa cosa diventa una droga, (come è poi da sempre per me cantare e scrivere canzoni), sapendo in partenza che quasi mai ciò che ti nutre sono i risultati, anzi. Difficilmente l’investimento vale il risultato.

E’ il FARLO, sporcarcisi le mani, sentirsene parte, sudarci sopra, crearlo, in una parola, viverlo.sushettes
Quindi, graziata dalla neve, supportata e sopportata dalla Saki col suo martello “scacciapare” e tutto l’insostituibile vissuto di ogni singolo martedì di strada fatta insieme Bologna – Marzabotto A/R (Sushettes praticamente l’abbiamo fatto on the road in Porrettana) alla fine.. ho saltato!
Sono riuscita a lasciare la mia comfort zone per un po’ di aria fresca da tirare a pieni polmoni sull’Appennino. Superfluo dire quanto mi abbia fatto bene, quanto faccia bene a chiunque affrontare le paure e scoprire che erano fesserie superabili. Dicono che il sintomo della vita sia la crescita. Va da sé che non ha senso invecchiare per il puro processo di avvizzire: l’unico modo sensato d’invecchiare è crescere e per farlo bisogna andare oltre i propri limiti, uno alla volta.

Far parte di RFA quest’anno è stato in primis questo, per me: il superamento di un mio limite, oltre che un piacere, un onore, un’esperienza e un bellissimo stimolo che continua ad essere; far parte delle Sushettes è semplicemente la conseguenza logica di un’affinità elettiva e creativa, un processo naturale che rivedo ogni volta che rido riascoltando le puntate o semplicemente quando io e la Saki ci beviamo delle birrette dicendo quelle scemenze che poi forse diventeranno puntate, perchè la gente con la quale “fai cose” fa la differenza e quindi va scelta bene:, volersi bene, essere amici, avere stima, affetto e – most of all – sapersi divertire insieme, credo siano ottimi prerequisiti per la realizzazione di qualunque progetto.
Ma a parte gli altri, che sono pezzi fondamentali, un’opportunità devi dartela tu: questo per dire che ogni tanto, farsi scappare un “sì”, anche se la testa dice “no”, potrebbe rivelarsi un’ottima scelta.

A tutti coloro – e auspico siano tanti – che desiderano, ma non sanno, vorrebbero, ma non osano, ci pensano, ma non si espongono, o non si sentono in grado di entrare a far parte di una realtà come quella di RFA, che è sempre a caccia di persone ispirate, motivate e desiderose di fare, ma che soprattutto sa valorizzarne il tempo, il lavoro e la passione (e questa cosa è fondamentale), posso solo dire, buttatevi, nonostante i dubbi e le incertezze, attrezzatevi di un amico provvisto di “martellone scacciapare” e buttatevi: scoprirete che ne vale comunque la pena. Nonostante i dubbi, iniziate.
Le Sushettes nel mentre mangeranno cornetti sotto l’ombrellone facendo Bartezzaghi e leggendo dei Cioè come se non ci fosse un domani.. e ci risentiamo da settembre: cadranno le foglie…, si ritornerà alla normalità, ritornerà il palinsesto… e noi ci saremo. Anche se nevica! 

E voi? 

 

Commenta

2 commenti

Altri articoli