CLOSE UP è la rubrica settimanale che vi racconta, in maniera semiseria e senza alcuna pretesa di infallibilità, le principali uscite cinematografiche del week-end, puntando i riflettori sui titoli più interessanti e cercando così di accompagnarvi in una visione più consapevole.
Che bella l’estate! Temperature tropicali, scuole che chiudono, code in autostrada e sale cinematografiche deserte… Non c’è nulla da fare, con l’arrivo della bella stagione l’italiano non va più al cinema, non che durante l’anno le sale siano prese d’assalto, anzi, però bisogna dire che giunti alla fine di Maggio, la situazione si fa quantomeno drammatica. Nonostante questo però, i distributori non accennano a mollare l’osso e le uscite sono comunque parecchio cospicue, settimana dopo settimana, gettando in pasto alla desertificazione cinematografica, pellicole belle e brutte, interessanti ed ignobili, arrivando a condannarle praticamente tutte all’oblio.
Alice attraverso lo specchio è il seguito della celeberrima pellicola Disney diretta da Tim Burton, che purtroppo questa volta si limita a produrre e lascia il posto dietro la macchina da presa a James Bobin, già responsabile di quel piccolo capolavoro de I Muppet. Stesso cast, tra cui l’eclettico Johnny Depp e la grandissima Helena Bonham Carter, stesso coloratissimo immaginario e stessa voglia di stupire, per un film probabilmente adatto ai più piccoli e scarsamente interessante per i più grandicelli, orfani soprattutto del gotico, travolgente e necessario Burton’s touch, a cui vogliamo sempre un mondo di bene. Se non avete bambini da accontentare, io ringrazierei per il disturbo e passerei oltre, questa settimana c’è ben altro da vedere.
Cile 1973, Pinochet prende il potere e la vita di Daniel e Lena cambia per sempre, lui viene portato via dalla polizia e lei decide di ritrovarlo ad ogni costo, ritroverà le sue tracce in una missione gestita da un predicatore laico, praticamente una setta, in cui è difficile entrare, ma da cui è impossibile uscire. Questa in breve la trama di Colonia, pellicola tratta da una drammatica storia vera ed interpretata da Emma Watson (i tempi di Harry Potter ormai sono lontani anni luce) e Daniel Bruhl (visto recentemente anche in Captain America: Civil War). Dittatura, fanatismo, follia, fede cieca e devozione, si uniscono in un ritratto a tinte forti di un paese e di un’epoca storica controversi e mai abbastanza raccontati. Interessante.
Julieta è invece uno dei film da non perdere di questa settimana, vi basti sapere che è diretto da quel geniaccio di Pedro Almodovar. Storia tutta al femminile per il grande regista spagnolo, che negli anni ha saputo incantare il mondo con la sua visione di cinema, portandosi a casa anche un meritatissimo Oscar per lo straordinario Tutto su mia madre. La trama? Non la so, non voglio saperla e poco mi importa, dirige Almodovar e Pedro è uno dei pochi che non si discute, si ama in modo incondizionato e basta. Ci vediamo in sala.
Sembra incredibile e forse bisognerebbe dirlo sottovoce, ma pare proprio che il cinema italiano stia tentando di uscire dal pantano nauseabondo, fatto di discutibili pellicole corali, imbarazzanti cine-panettoni e commediole imbecilli, in cui si era arenato ormai tanti, troppi anni fa. Fiore per esempio è un film diretto da Claudio Giovannesi (Alì ha gli occhi azzurri) che non solo è piaciuto a Cannes, ma per una volta racconta una storia diversa, ai limiti, ambientata in un carcere. L’ultimo film italiano con questa spigolosa ambientazione è stato Mery per sempre, ormai 1 milione di anni fa e quindi non si può non salutare con entusiasmo il coraggio del giovanissimo regista. Nel cast oltre alla giovane protagonista Daphne Scoccia, anche Valerio Mastandrea, mentre per una volta il trailer è a dir poco travolgente (Maledetta primavera…). Insomma, Fiore promette intelligenza, lacrime e rabbia. Cinema di genere da vedere.
Somnia è un horror, ma non un horror dozzinale e sciocco, buono per incantare gli allocchi che frequentano le sale in cerca di brividi estivi, Somnia è invece un signor film diretto da Mike Flanagan (Oculus), ma soprattutto, è un horror davvero spaventoso. Detta così può sembrare banale, ma bisogna ammettere che le pellicole così dette dell’orrore davvero terrificanti sono pochissime, soprattutto nel piattume ammorbato di cgi degli ultimi anni. Somnia narra del piccolo Cody, dolcissimo bambino adottato da una famiglia disposta a donargli amore, con un unico piccolo e trascurabile difetto: ogni volta che dorme il piccolo sogna e tutti i suoi sogni, ma soprattutto i suoi incubi, diventano terrificante e mortale realtà. Per appassionati e neofiti, non scordatevi un paio di mutande pulite, probabilmente vi serviranno.
Passiamo ad un film che sembra straordinario e che probabilmente guarderanno in 11: Tangerines – Mandarini. Ambientato negli anni ’90 durante la guerra in Georgia, questo film di produzione Estone, racconta di nemici, di avversari, di guerra e di odio, e di come due uomini, determinati a portare a termine la raccolta dei loro mandarini, possano tentare di dare un senso a ciò che apparentemente sembra non averne affatto, la guerra appunto. Pellicola invisibile e praticamente impossibile da scovare, Tangerines – Mandarini, è l’esempio perfetto di un cinema altro, spesso dimenticato e snobbato, proveniente da un altrove (l’Estonia in questo caso) e forse perfino da un altro tempo. Da difendere.
Con gli europei alle porte e la serie A finita, il maschio italiano è in astinenza da palla e quindi ecco far capolino nelle nostre sale Pelè, biopic sulla vita del grande campionissimo brasiliano. Ho già più volte espresso opinione contraria ai film biografici, agiografie senza idee, buone per incantare gli appassionati di questo o quel argomento, Pelè non fa eccezione e l’unico motivo per vederlo sembra essere la presenza nel cast del titanico Vincent D’Onofrio. Un po’ pochino.
Infine ecco il solito elenco di film italiani che andranno perduti come lacrime nella pioggia. Si comincia con Era d’estate, pellicola diretta da Fiorella Infascelli interpretata da Giuseppe Fiorello e Massimo Popolizio. I nostri si trovano a vestire i panni di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, costretti nel 1985 ad un ritiro forzato all’Asinara in compagnia delle rispettive famiglie, a causa di una concreta minaccia di attentato. Qualcuno potrà dire che di film simili ce ne sono tantissimi, eppure trovo necessario continuare a riflettere ed approfondire. Fraulein – Una fiaba d’inverno è una commedia interpretata da Christian De Sica e Lucia Mascino. Trama: lei gestisce un hotel chiuso da anni, è algida, scontrosa e zitella, lui, turista fai da te, è Christian De Sica, ci mette lo zampino una tempesta solare ed ovviamente sarà amore. Tutto chiaro? La solita commedia italiana tristemente identica a tante altre. Escono anche il dimenticabile Una nobile causa, se interessati potete richiederlo on demand nella vostra sala di fiducia (non sto scherzando) ed il risibile Il traduttore, interpretato da un’appassita Claudia Gerini, per cui i tempi di “famolo strano” sembrano ormai lontanissimi, anzi, remoti.
Basta, stop, fine, alla prossima, buon cinema e buona vita.
Penso possa bastare, anche per questa settimana abbiamo finito, per chi volesse approfondire e avesse voglia di imbattersi in qualche recensione, questo è l’indirizzo del mio blog: http://houssymovies.com/
Mentre per tutti voi che cercate disperatamente il titolo di un film che vi fa uscire matti e di cui ricordate solo alcuni frammenti di trama, provate a contattarmi alla mia pagina Facebook: https://www.facebook.com/houssypedia/