Oggi eravamo in una strada a Bologna. Una strada come tante, facce di umanità varia a cui abbiamo fatto una domanda, semplice, la stessa per tutti. Dove siamo?
Le risposte se vorrete vi invitiamo a scoprirle assieme a noi nella puntata di questa e delle prossime settimane di “Frequenze Partigiane”.
A noi rimarrà impresso per un po’ il brivido dell’incontro. Che è poi il bello della strada. Non sai che ti dirà la gente, le risposte, le impressioni, le occhiatacce e anche i rimbrotti.
Buttarsi in strada significa anche buttarsi alle spalle paure e insicurezze per metterci la faccia, esporsi in prima persona e incontrare la realtà per quello che è: un crogiolo di emozioni.
Ci è venuta in mente una vecchia canzone di Gaber e forse aveva ragione lui quando invitava tutti “a ritornare nella strada, per conoscere chi siamo.”
Noi ci abbiamo provato oggi, a conoscere chi siamo ed è stato divertente,stimolante e molto interessante.
Ci verrebbe da dire che in momenti come questi il vero terrore più che sulle strade abita le case, le nostre case. L’orrore vero forse è negli schermi di casa nostra che imperterriti mandano a ciclo continuo il loro carico di paura e disperazione. Ma non siamo sociologi, quindi ci limitiamo a dire che a noi è piaciuto buttarci nella mischia e vedere che succedeva. Non è detto che tutto piaccia – anzi a volte è proprio brutto – ma è reale, vero ed anche questo è da considerarsi merce rara di questi tempi.
La realtà dei fatti riportata dai media (mainstream o meno) è spesso così infarcita di stereotipi che può diventare difficile anche comprendere un tg meteo. La pretesa di un’informazione universale di massa cozza con la complessità di un mondo globalizzato.
La realtà della strada invece ha nell’immediatezza il suo punto di forza, ti obbliga a confrontarti con l’altro e non è rassicurante come i nostri schermi. E’ foriera di mille interrogativi, perché per forza di cose ci sono elementi che non ti aspettavi, tocca fare i conti con i nostri stessi pregiudizi e non sempre i conti tornano, anzi…
Ce ne andiamo salutando la signora Marisa, che intimamente ha ancora il sospetto di averci riconosciuto come addetti di una famosa ditta di aspirapolveri, ma fa lo stesso! Meglio fare dei metri perché il vigile di quartiere non ha ancora coscienza dell’esistenza delle web-radio. E se queste siano da considerarsi o meno organi di stampa in ottemperanza dell’articolo 675/2010 comma bis…etc etc…
Il nostro viaggio nelle strade è cominciato…stay tuned!