di Lorenzo Balbo e Luca Vanelli
Enrico Ioculano è un giovane amministratore del PD. Nel Giugno 2014, a soli 29 anni, è stato eletto sindaco di Ventimiglia dopo vent’anni di dominio del centrodestra. Dal 2015 si è ritrovato a gestire uno dei flussi migratori più complessi e articolati di sempre. Spesso contestato, da destra e da sinistra, abbiamo voluto sentire anche il suo punto di vista.
V: Partiamo da una panoramica sulla città. Ad oggi, come descriverebbe la comunità di Ventimiglia: coesa o spaccata?
I: “In città abbiamo attraversato tanti stadi differenti che si ripresentano ciclicamente: passiamo da periodi di tranquillità a momenti più tesi. Qui tutto è relativo: da persona a persona, di quartiere in quartiere, la situazione viene valutata in maniera diversa. Nelle zone meno centrali – come Bevera e Torri – nemmeno si percepisce il flusso migratorio.
La solidarietà c’è stata, soprattutto nei primi giorni di emergenza del 2015, quando ho visto uno sforzo di comprensione enorme da parte della cittadinanza. Col passare del tempo, le risposte cambiano: c’è chi riesce a reagire ancora in maniera positiva e chi, invece, non sopporta più alcune dinamiche.”
V: “Infatti ad Agosto la situazione non era molto tranquilla: siamo stati testimoni di una manifestazione contro l’apertura di un centro di accoglienza per minori non accompagnati.”
I: “Le manifestazioni di agosto sono state inutili e strumentali anche perché, con la diminuzione degli arrivi, iniziavamo a vivere un momento tranquillo rispetto ai mesi precedenti. Ormai, qui, qualsiasi polemica è strumentale. Ciò non toglie che ci siano forti dei disagi: a volte si riescono a tamponare, altre meno. Vedi, ad esempio, la situazione sotto il ponte delle Gianchette, dove vivono centinaia di profughi. Oltre che degli occupanti, il disagio è anche dei residenti. Tuttavia, è un problema che si concentra in quella zona.”
V: “Però anche lei non si è schierato a favore dell’apertura. Considerato che il Campo Roja è lontano e difficilmente raggiungibile da minori e madri, non pensa sarebbe potuta essere una misura di buon senso?”
I: “Non credo non sarebbe stato utile, il discorso è diverso. Ventimiglia sta già dando un grandissimo aiuto a tutta la provincia: alle volte, parte delle quote non distribuite sul territorio provinciale vengono temporaneamente collocate qui. Trovo assurdo e scorretto che debba essere sempre Ventimiglia a farsi carico dell’accoglienza, passa un messaggio sbagliato. C’erano possibilità alternative, cui si sta lavorando con la Prefettura: vorremmo riadattare una struttura di accoglienza generica alle esigenze di un centro per minori. Potremmo esserci a momenti.”
B: “Il sindaco deve occuparsi solo dei suoi cittadini e della sua città, il resto non conta niente. Questa invasione non è colpa tua ma vorrei che il sindaco della mia città prendesse una posizione chiaramente pro cittadini dicendo ‘ora basta, qui non arriva più nessuno’ e quelli che non accettano di stare nel centro accoglienza via subito”. Come commenta questo post, scritto da un cittadino sulla sua bacheca Facebook?
I: “Credo sia uno sfogo senza senso, tipico di persone che parlano con la pancia, senza ragionare. Questi commenti mi fanno incazzare, soprattutto se proferiti da alcuni miei colleghi amministratori.
Dire che bisogna occuparsi solo della popolazione italiana è una cavolata: un sindaco può occuparsi dell’“emergenza migranti” gestendo al contempo i disagi della popolazione autoctona e quelli delle persone accampate sotto al ponte. Se la situazione riesce ad essere gestita in maniera positiva questo va a beneficio sia dei migranti che dei residenti.”
V: In diverse interviste, ha dimostrato interesse per la condizione dei migranti durante il viaggio. Riguardo ciò, cosa pensa delle nuove misure adottate da Minniti? Crede che bloccare i flussi nel Mediterraneo abbia migliorato la situazione?
I: “Penso che, per quanto riguarda la gestione dell’immigrazione sul territorio italiano, queste misure abbiano aiutato: il calo dei flussi è stato evidente. Ciò che abbiamo sempre fatto presente alla Prefettura è che, con movimenti di 100-150 persone al giorno, non c’è polizia o struttura d’accoglienza che regga. In una situazione del genere, si fomenta solo l’intolleranza delle persone con tendenze più razziste, ma anche dei civili che – dopo tre anni di sbarchi – possono perdere la pazienza. Non si può biasimare un ministro che decide di intervenire per evitare che ‘venga meno la stabilità democratica del paese’. Mi fa specie che oggi ci sia chi lo condanna per aver firmato quegli accordi. I paesi dell’Est Europa si disinteressano del problema. Non condanno del tutto nemmeno la Francia, forse al loro posto ci comporteremmo nello stesso identico modo”.
V: Una conseguenza grave del suo intervento, però, è stata lasciare i migranti in balia della criminalità locale. Forse, gli accordi avrebbero dovuto essere preceduti da un lavoro migliore di stabilizzazione in quei territori.
I: “Sono d’accordo, ma sareste arrivati alle calende greche. Giro il ragionamento sulle amministrazioni locali: controllate i dati Anci e ditemi quanti comuni hanno accettato cifre minime di migranti. Quanti dicono: “okay, te ne prendo tre”?. Noi facciamo accoglienza con un terzo dei comuni italiani. Questo non va bene. Perché le manifestazioni dei ‘No Borders’ se la prendono con me e non coi miei colleghi amministratori che decidono di non accogliere? Certe situazioni si verificano anche perché ci sono comuni e amministrazioni che non fanno il loro dovere. Però nessuno gli dice niente.”
B: Tornando alla Francia: secondo lei quanto è responsabile della situazione a Ventimiglia? L’Europa sta applicando delle politiche efficienti in materia di accoglienza?
I: “La Francia e i paesi europei hanno tutti la stessa responsabilità. Ma chi siamo noi per dire che siamo meglio? Forse avremmo fatto lo stesso se fossimo stati al loro posto.”
B: Però concorda sul fatto che, in un’Europa solidale e giusta, ognuno dovrebbe occuparsi di una certa quota di migranti e dovrebbe aiutare a gestire i flussi.
I: “Assolutamente d’accordo. Nella mia prima e unica visita al Parlamento Europeo ho parlato con Brando Benifei (Europarlamentare PD, ndr), che mi ha riferito dei lavori per modificare il regolamento di Dublino. In quella sede ci si rende conto delle difficoltà oggettive che ci sono nel fare ragionamenti di questo tipo coi rappresentanti degli altri paesi europei. Non so se il Gruppo Socialista sarà in grado di raggiungere risultati concreti. Quindi, andando oltre l’immagine ideale di Europa che vorremmo, credo sia giusto che, in un contesto così difficile, il paese nazionale si muova in un certo modo.”
V: Che rapporto ha e ha avuto con le organizzazioni solidali di Ventimiglia?
I: “Credo abbiano avuto un ruolo positivo soprattutto alla genesi del flusso migratorio grazie ad attività di affiancamento e gestione dell’emergenza. Successivamente, la situazione è degenerata. Il tutto si è trasformato in una lotta per i diritti sicuramente condivisibile a livello ideale, ma non nei mezzi. Se lotti bloccando la frontiera, facendo occupazioni, mettendo in difficoltà i lavoratori che devono utilizzare la linea ferroviaria per tornare a casa, alla terza settimana iniziano a crearsi disagi per persone che non c’entrano nulla.
Le manifestazioni successive hanno perso efficacia comunicativa e hanno attivato un circolo vizioso contro la città: giornalisti e polizia ovunque, commercianti che si lamentano. In un attimo, la città è diventata semideserta. La lotta politica non la si può fare sulle spalle della città. Quella che poteva essere una battaglia condivisibile a livello ideologico perde di significato. Perché devi accusare un Comune che non si è mai tirato indietro?
Da più di un anno, insieme alla Prefettura, chiedevamo a tutte le associazioni di istituire un punto informazioni in stazione, di modo che, una volta arrivate, le persone potessero avere un luogo di riferimento che li indirizzasse al Campo Roja. Quando la Croce Rossa di Monaco si è resa disponibile ad aprire il centro informazioni, hanno attivato l’Infopoint vicino alle Gianchette. Mi sembra una presa in giro. Ancora oggi sono contrario all’Infopoint, anche perché allontana i migranti dal Campo Roja.”
V: Ricorda episodi particolarmente spiacevoli?
I: L’anno scorso c’è stata un’occupazione della pineta dei Balzi Rossi. Alcune persone indirizzavano i migranti in quella zona di frontiera da cui la Gendarmerie non li avrebbe mai fatti passare. Gli occupanti hanno spinto la protesta al punto da far passare i migranti, che, dopo 40 minuti, si sono ritrovati su un pullman per Taranto. E’ battaglia politica questa? Sono battaglie fatte sulla pelle dei migranti e questo non lo accetto.
B: “Com’è cambiata la situazione a Ventimiglia dopo la chiusura della Chiesa della Natività? E qual è la situazione al Campo Roja?”
I: “Sebbene si trattasse di un lavoro umanitario svolto in maniera ineccepibile, la Chiesa della Natività non poteva andare avanti. Ad agosto, un sopralluogo del dottor Lalla – garante regionale della tutela dei minori – ha definitivamente decretato che la Chiesa non era un luogo idoneo per molti motivi.
Al Campo Roja vado spesso, mi sento costantemente con i responsabili per verificare l’andamento dei flussi. La situazione igienico-sanitaria è sempre ad un buon livello, anche perché è uno dei più controllati e visitati in assoluto. Ha avuto momenti di pressione molto elevati (fino a 600-700 persone) non facili da gestire. Ora la situazione è migliorata: gli ultimi dati indicano dalle 200 alle 300 presenze, quindi siamo al di sotto della sua potenzialità massima”.
B: “Durante lo sgombero dell’estate del 2016 ha avuto un momento turbolento con Prefettura e PD. Com’è andata?”
I: “In quel periodo, ci siamo trovati a segnalare una serie di aspetti circa la situazione migratoria che, se gestiti in tempo, avrebbero evitato l’intervento dell’amministrazione comunale: uno sgombero non lo fai mai a cuor leggero, qualunque esso sia. Se si arriva ad una situazione del genere è perché qualcuno non ha fatto il suo dovere prima. Allora lì mi incazzo. Sta nel ruolo del Sindaco prendersi le sue responsabilità, però quando alcune situazioni si possono evitare è sempre meglio agire in anticipo. Anche perché molto spesso, appena muovi un dito, rischi di essere circondato da giornali e media che portano una cattiva immagine della città. Nel momento in cui esce la parola “sgombero” ti trovi tutti i media a farti la diretta. Poi, contestualmente, diminuiscono i visitatori, nonostante la situazione in centro sia regolare. Voglio evitare che Ventimiglia sia associata solamente all’immagine della “città in cui ci sono i migranti”. Vorrei iniziare a parlare del resto, anche delle cose positive di questa città”.
B: “Ha fatto la pace con il PD? Sta ancora pensando a ricandidarsi?”
I: “Col PD ci siamo chiariti e vorrei ricandidarmi. Ovviamente si passerà dal partito, ma ci terrei a dare continuità al lavoro di questi anni. E’ un lavoro complicato, in cui è facile perdere slancio, ma che regala anche tante soddisfazioni. La prima vittoria è stata già un’impresa: eravamo come il Leicester campione in Premier. Essere il primo sindaco di Ventimiglia di centrosinistra ad essere riconfermato rappresenterebbe un ulteriore successo.”
(Il reportage è pubblicato in collaborazione con la redazione di The Subway Wall – visita il sito)